Società

Pubblicato il 2 Agosto 2019 | di Alessandro Bongiorno

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Il silenzio irrompe al Grest. Una festa velata di tristezza

«Dobbiamo stare più attenti ai ragazzi, accompagnando la loro crescita in contesti sani e belli»: lo ha detto il vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta, intervenendo all’incontro diocesano dei Grest, all’indomani della tragedia che si è consumata a Vittoria e che ha visto due bambini falciati da un’auto impazzita. Alessio e Simone dovevano essere tra i 1200 bambini presenti a Comiso alla festa conclusiva del Grest. Una gigantografia, attaccata alla traversa di una delle porte dello stadio, li ha resi presenti e la loro storia ha ammantato di un velo di tristezza quella che doveva essere una festa di tutti i bambini. Quella foto era stata scattata proprio la mattina precedente la tragedia, durante la gita al mare del Grest. Dopo un momento di silenzio, i palloncini bianchi si sono alzati verso il cielo, quasi a voler creare una catena tra i bambini a Comiso e i loro amici Alessio e Simone.

Il gruppo della parrocchia San Domenico Savio di Vittoria è stato l’unico, tra i 22 Grest, a non essere presente. A rappresentarlo il parroco, don Salvatore Cannata. «Ieri mattina – ha ricordato non senza commuoversi – era con noi in spiaggia. Ma il prossimo anno – ha assicurato – ci saremo anche noi. Ci saremo nel loro ricordo perché è giusto continuare». Un pensiero che ha trovato eco nelle parole del vescovo che si è aggiunto alla moltitudine dei ragazzi e degli animatori. «Dobbiamo sempre cercare e – ha detto ai ragazzi – realizzare il bene. Servono modelli diversi e tutti dobbiamo assumerci la responsabilità di prenderci cura gli uni degli altri». Anche il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, ha trovato delle parole per fare breccia nel cuore dei bambini. «Oggi è un giorno di tristezza ma – ha aggiunto – la vita splende davanti a voi. Sappiate costruire i vostri sogni».

Prima della conclusione, si riaccendono gli altoparlanti e parte l’inno che ha accompagnato questa edizione del Grest e che anche Alessio e Simone hanno cantato a squarciagola. “Siamo noi i veri eroi, salviamo noi il nostro regno”. Un inno pensato in un momento diverso, nel quale nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo a Vittoria. Un inno che, cantato dai bambini, oggi assume un significato nuovo e tutto suo. C’è ancora spazio per la speranza e la speranza ha i tanti colori di tutti i bambini del Grest.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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