Società

Pubblicato il 24 Agosto 2019 | di Redazione

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Stop ai disastri sociali ed ecologici. Protagonisti di nuovi stili di vita

«Grazie!
Ti ringrazio mio Signore
ché con sol sospiro
hai creato cielo e mare;
Tu spirasti portando il cielo al mare
ed i tuoi figli ad amare il Cielo.
Sia Tu benedetto
ché ci insegnasti a nuotare
moltiplicandoci poi come pane.
Gloria a te mio Dio,
ché ad ogni ramo desti i suoi frutti.
Gli stessi che nel Tuo Nome
saremmo capaci di far maturare.
Accoglici dentro la tua grande rete
poiché senza Te,
saremmo incapaci di respirare,
e ciechi
e sordi
attoniti testimoni dell’oblio».

Annalisa Meli

Chi non rimane affascinato dalla bellezza di un tramonto che culla l’anima, dalla bellezza del cielo stellato che accende in noi l’idea di infinito, dal fiotto nitido che sgorga da una sorgente che ci riempie di energia? Questa immensa bellezza è lì per tutti ma nessuno può tenerla per sé. La bellezza è una qualità soprannaturale e straordinaria, come lo sono la verità e il bene, ed ogni essere umano ne ha desiderio perché essa dà vita ed illumina. Possiamo solo immaginare l’emozione provata da Dio al termine della sua creazione quando, volgendo lo sguardo appagato al magnifico scenario sorto dal caos senza vita, ebbe un lampo di genio e creò due essere umani, maschio e femmina, a Sua immagine e somiglianza: persone intelligenti, capaci di amare, di donarsi, di procreare e di entrare in relazione con l’altro. Bellezza era la loro perspicacia, il loro ingegno, ma anche la capacità di adattarsi, di fraternizzare, di solidarizzare.

Da questa dote originaria deriva la bellezza delle relazioni umane che si fondano oggi su una logica di gratuità, le relazioni amicali di collaborazione, l’efficacia delle associazioni di volontariato, delle istituzioni politiche che scelgono il confronto costruttivo allo scontro insensato e che non sono volte al profitto economico e ad un interesse particolare. Belle sono anche le tante creazioni dell’opera umana: un “Michelangelo” e un “Caravaggio” affascinano tutti, le note di “Mozart” fanno sognare anche i giovani d’oggi, ma anche le tante innovazioni tecniche e scientifiche, dagli elettrodomestici ai mezzi di trasporto rendono meno complicata e più bella la vita. Bellezza è pure la città in armonia con la natura, non di certo quella invivibile e disumana, sommersa dall’asfalto, dalla plastica, dal cemento e dai metalli, disordinata e caotica, che ha spazi di buona convivenza solo per alcuni e di esclusione e di emarginazione per quanti vivono in quartieri ghetto degradati e deteriorati. Chiediamoci il perché di queste diversità che fanno emergere contraddizioni. La terra è una proprietà di ‘alcuni prescelti’ che ne dispongono a loro piacimento, sfruttandola e impoverendola, o è la casa comune da custodire insieme?

Certamente non basta l’attrazione gioiosa e l’entusiasmo per il bello che ci circonda, un po’ ciò che si prova per la persona che ci affascina al primo incontro, se poi non siamo in grado di mettere a tacere il nostro io per ascoltare le sue richieste di aiuto e averne cura. “Vivere la vocazione di custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa … una vera e propria vocazione … una responsabilità che occorre assumere a livello individuale e collettivo” (Papa Francesco). Fino a qualche tempo fa i luoghi colpiti dal degrado erano spesso avvolti da una solidarietà solo emotiva. Ci si dispiaceva, è vero, per i tanti disastri sociali e meteorologici, ma poco si rifletteva e ancor meno si era disposti a cambiare mettendo in discussione gli stili di vita. Purtroppo ancora in vaste aree della terra l’inquinamento è pervasivo: le attività produttive non sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante, la sete del profitto diffonde nell’ambiente dei veleni che mettono a serio rischio la salute delle persone.

È vero anche che qualcosa sta cambiando in positivo poiché soprattutto i giovani sono molto sensibili e interessati alla soluzione di questi problemi, opponendosi a tante pratiche che degradano e distruggono. Costituiamo una cordata per riparare le ferite dei disastri sociali ed ecologici: ognuno di noi faccia la propria parte insieme agli altri e si predisponga a “nuovi stili di vita”. Non basta, ad esempio, soltanto differenziare ma pensare al riuso delle cose. È anche essenziale rivalutare la prima educazione che viene data in famiglia e a scuola, dove s’imparano il dialogo, la collaborazione, la riparazione degli errori commessi con spirito di servizio e di perdono senza sottovalutare i rischi delle nostre scelte. È il momento di chiederci qual è la realtà che appare maggiormente minacciata nel nostro territorio? Come prendercene cura? Mobilitiamo le istituzioni locali, alcune peraltro già attente al tema, abbracciando anche forme di vero volontariato e scommettendo su ogni buona iniziativa per ereditare alle generazioni future un mondo in cui si sveli e traspaia la bellezza che abbiamo dentro, perché “il primato della bellezza interiore consente di valutare l’ambigua soluzione della bellezza sensibile, che non va disprezzata, ma neppure assolutizzata” (I. Sciuto).

La bellezza e la cura della nostra terra e delle nostre relazioni sono lo sfondo permanente della celebrazione annuale della giornata per la custodia del Creato. Quest’anno ci soffermeremo in particolare sulla ricchezza della biodiversità. Vi aspettiamo a Vittoria domenica 6 ottobre 2019.

Renato Meli

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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