Pubblicato il 10 Settembre 2019 | di Redazione
0La programmazione come stile di vita. L’esempio che viene da Azione Cattolica
Sono gli uomini a dare forma alle città o la città a dare forma agli uomini? Probabilmente queste affermazioni sono vere entrambe e tra l’uomo e la città esiste un rapporto di reciprocità, al punto che cambiare città a volte significa cambiare stile di vita. Parlando di città ci si dovrebbe chiedere: cosa c’è sotto? Più che una cornice, la città è un ingranaggio, spazio e tempo nel quale si realizzano processi. Questo implica che non si può improvvisare o farsi trascinare dagli eventi, bisogna organizzarsi, programmare.
L’Azione Cattolica della programmazione ne ha fatto una scuola di vita. Alla base di ogni programmazione c’è una buona organizzazione del proprio tempo. Bisogna prevedere tempi e lavorazione, perché non tutto può essere fatto subito e alcune attività non possono sovrapporsi ad altre, bisogna rispettare un cronoprogramma, un programma, cioè, scandito nel tempo che dica quando fare cosa e per quanto tempo. Il pericolo in cui si può incorrere è la staticità e immutabilità del programma da contrastare con un atteggiamento di apertura e accoglienza alle nuove esigenze che possono presentarsi. A questo punto servono gli strumenti che fanno da “guida” perché la città sia sempre più bella e accogliente, rispettosa di tutti, interessante e piacevole per i cittadini, storici soci, ma anche per i turisti, cioè i nuovi soci che si presentano alla grande famiglia di Azione Cattolica. Non si può prescindere dalla “Parola”, centro attorno al quale ruota ogni obiettivo, itinerario e incontro, e poi via via con tutti i documenti del Magistero e i documenti associativi.
Adesso carissimo educatore leggi tutto con l’entusiasmo di chi vuole vivere una città giusta, con le persone giuste, quindi cerca di avere le idee chiare sugli obiettivi da raggiunge, atteggiamenti da maturare, attenzioni da curare, solo ora prendi il tuo calendario e inizia ad inserire la tua proposta. Solo l’entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco, il crederci fino in fondo, faranno di una programmazione uno stile di vita che renderà la nostra città, una città giusta. Stai con me educatore quando accompagnerai il ragazzo per le vie della città e insieme scoprirete che una città non è soltanto un accumulo di “pietre” , ma ogni pietra racconta una storia, perché ogni pietra ha un’anima; stai con me educatore quando accompagnerai il ragazzo a maturare atteggiamenti di inclusione, di rispetto, di diversità nelle scuole e insieme scoprirete che una scuola non è un insieme di insegnanti e alunni, compiti e vacanze, ma è luogo di incontro con l’altro; stai con me educatore quando accompagnerai il ragazzo al municipio, in piazza, al campo sportivo e insieme scoprirete che ognuno di questi luoghi ha bisogno di te come protagonista, perché tu ragazzo sei chiamato in prima persona a dare un colore e un sapore migliore alla città. Buon cammino.
Raffaella Refano