Vita Cristiana

Pubblicato il 13 Settembre 2019 | di Redazione

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Recuperare il culto di Santa Gaudenzia. Devozione viva a Ibla e al SS. Salvatore

Padre Bonaventura Arezzo, ragusano, dei conventuali di San Francesco, trovandosi nell’Urbe, chiese ed ottenne il corpo della vergine martire Gaudenzia, estratto dal cimitero di S. Sebastiano ad Catacumbas. Il medesimo padre Arezzo trasportò, poi, le sacre reliquie a Ragusa e con atto del 19 settembre 1623, presso il notaro Giuseppe Mazza, fece dono del corpo della Santa alla città, con regolare consegna al capitano ed ai giurati del tempo, i quali ordinavano che il sacro deposito fosse, in perpetuum e con grande venerazione, conservato nella cappella della Chiesa Madre di San Giorgio.

Così nel 1623 cominciava il culto di santa Gaudenzia a Ragusa la cui festa liturgica viene celebrata da allora ininterrottamente il 30 agosto di ogni anno. Nell’antico martirologio geronimiano, infatti, a tale data è riportata, dopo alcuni martiri romani, la lezione: “Gaudentiae virginis et aliorum trium”, l’unica notazione antica che si possiede della santa martire.

Alla carenza di fonti storiche della sua Passio, ha supplito il sentimento di pietà dei ragusani per la santa martire che nel 1643 la vollero Patrona minor dell’abbondantissima città di Ragusa, una scelta che prevalse addirittura su san Giovanni Battista che già era inserito tra i candidati a patrono “contendendo”con san Giorgio. La devozione a santa Gaudenzia, nonostante le tante vicissitudini che subì Ragusa, si estese nella parte alta della città e si trapiantò – quasi con più fervore – presso la chiesa del SS. Salvatore dove si conservano una statua e un busto reliquiario ligneo.

Fine anni ’80 e inizi anni ’90, però, tutto va a declinarsi burrascosamente fino a perdersi completamente la memoria della martire e così anche la storia del suo culto ragusano. Ciò che rimane è solo una bella preghiera stampata sul retro degli ultimi santini che ancora circolano; un semplice elogio alla santa martire dove si intravede quell’affetto che i nostri padri nutrivano, una fiduciosa preghiera ancora attualissima; vale la pena di leggerla e rileggerla, di farne tesoro.

Non dispiacerebbe che Ragusa, “patria di adozione” di questa vergine martire, in tempi brevi, possa dedicarle una strada per ricordare non solo un esempio femminile di virtù eroiche, ma anche per trapassare alle nuove generazioni una parte di storia ragusana che rischia di andare nel dimenticatoio.

Non dispiacerebbe vedere costruita, poi, anche una chiesa a lei dedicata, a Gaudenzia, ormai nostra santa adottata dal 1623, perché questa “patria di adozione si mantenga sempre fedele a Gesù Cristo, né si lasci mai travolgere da fallaci ed empie teorie demolitrici della Fede”.

Alla Chiesa locale, infine, il compito di re-inserire la memoria liturgica del 30 agosto nel calendario liturgico particolare, senza tralasciare la commemorazione del trasporto delle reliquie da celebrarsi il 19 settembre di ogni anno.

Paolo Antoci

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