Attualità

Pubblicato il 15 Settembre 2019 | di Mario Cascone

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Vittoria, una città da amare

Chi guarda dal di fuori la realtà di Vittoria cade facilmente nella tentazione di pensare che essa sia una città violenta, dove si uccidono i bambini con automobili in folle corsa e si stuprano le ragazze, dopo averle derubate e umiliate; una città nella quale l’amministrazione civica è stata sciolta per mafia e dove certamente non mancano le infiltrazioni della criminalità organizzata; una città caotica, disordinata, sporca, dove scarseggia il senso dei doveri civili e c’è la tendenza a farsi legge da sé.

Tutto questo indubbiamente è vero, ma non è sufficiente ad etichettare Vittoria in modo negativo, classificandola come il coacervo di tutti i mali e bollandola come un posto da evitare. Chi vive dentro la città e ne “assapora” dall’interno le qualità sa molto bene che, accanto a queste realtà negative, a Vittoria esistono molte cose positive, che però, come spesso accade, non sempre vengono messe in luce. È certo, per esempio, che i vittoriesi sono in genere laboriosi, volitivi, combattivi, creativi, capaci di introdurre le più moderne e sofisticate innovazioni nel mondo dell’agricoltura e in altri settori lavorativi, dotati di una coscienza sociale sviluppata, schietti, sinceri, incapaci di fare la doppia faccia, desiderosi di esprimere sempre il meglio di sé, legati alle tradizioni ma non in modo morboso o fanatico. Sul piano ecclesiale, poi, da diversi decenni a Vittoria sono presenti comunità parrocchiali vivaci, frequentate da numerosi fedeli e animate da gruppi, movimenti e associazioni, che esprimono una grande vitalità sul piano della fede e dell’impegno pastorale. A conferma di questo c’è il fatto che negli ultimi quarant’anni Vittoria ha espresso numerose vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, passando dall’essere una città in stato di missione, nella quale erano numerosi i non battezzati, ad una realtà che sicuramente eccelle per impegno ecclesiale e pastorale.

Chi conosce il “cuore” di Vittoria sa molto bene che esistono queste realtà positive ed è portato ad amare la città. Questo lo fanno non solo quelli che sono nati e cresciuti a Vittoria, ma anche quelli che da altri posti si sono trapiantati in questa città per vari motivi. Vittoria può piacere o non piacere, essere accettata o respinta, ma certamente non lascia indifferenti. Fa parlare di sé, nel bene e nel male, ma si presenta anche come un luogo in cui si può operare il bene e costruire qualcosa di bello, se si è animati da sincero amore nei suoi confronti. È perciò auspicabile che i facili detrattori o i censori di turno cessino di esprimere i loro facili giudizi e cerchino di conoscere dall’interno il vissuto di questa città. Non vi è dubbio che in essa c’è molto da correggere, ma questo lo si può fare solo a condizione che la si ami e la si accetti nella sua complessità. Vittoria non ha bisogno di denigratori, ma di ammiratori, che non si lascino fuorviare dai suoi aspetti oscuri e sappiano invece valorizzare le sue peculiarità positive, al fine di farne emergere le vere qualità e di esaltarne le numerose doti. Una città da amare, dunque, e da servire con passione civile e cuore grande, con generosità e dedizione, come fanno quotidianamente tanti suoi cittadini, che non meritano di essere guardati con sospetto o con sdegnata riprovazione.

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Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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