Società

Pubblicato il 7 Ottobre 2019 | di Mario Cascone

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Formare alla libertà e al senso della vita. Il senso di un’alleanza educativa

I nostri ragazzi vivono oggi una molteplicità di relazioni e attingono le loro conoscenze da diverse fonti. È illusorio perciò pensare che basti una sola agenzia educativa per trasmettere tutti i saperi e per educare i giovani ad un uso responsabile della libertà, in un quadro valoriale chiaro e armonioso. Questo significa che né la scuola, né la famiglia da sole sono sufficienti a formare i ragazzi al senso della vita e alla presa di coscienza delle proprie potenzialità e risorse. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di essere seguiti nel quadro di un’alleanza educativa fra le diverse agenzie che, in un modo o nell’altro, contribuiscono alla loro crescita.

Fra queste agenzie spicca ovviamente la famiglia, che è l’ambiente primario nel quale i figli acquisiscono il senso del loro essere persone. Anche la scuola è chiamata a fare la sua parte, ponendosi al servizio degli alunni non soltanto per trasmettere nozioni, quanto piuttosto per farli maturare come soggetti attivi e responsabili. Fra le agenzie educative possiamo annoverare anche la Chiesa, specialmente quando essa riesce a portare avanti con frutto gli oratori giovanili e ad impostare saggiamente gli itinerari catechistici dei bambini e dei ragazzi.

Un processo educativo fruttuoso non può prescindere oggi da una sinergia fra le diverse agenzie e strutture di formazione. Questo concretamente significa che la famiglia deve assumersi tutte le sue responsabilità nell’educazione dei figli, sapendo bene di non poter essere sostituita in questo suo compito, in quanto alcune cose possono essere trasmesse ai ragazzi solo dal papà e dalla mamma, i quali godono di una speciale “grazia educativa”. La scuola deve guardare alla famiglia come un partner necessario. La famiglia, da parte sua, deve apprezzare l’opera della scuola. Purtroppo si registra nel nostro tempo un deprezzamento dell’opera degli insegnanti da parte di parecchi genitori. Un tale atteggiamento nuoce moltissimo al positivo esito del lavoro formativo, perché si allontana da quella sinergia fra scuola e famiglia che è strettamente necessaria per ottenere i risultati educativi migliori. Occorre perciò che i genitori apprezzino il lavoro svolto dagli insegnanti e spingano i loro figli a porsi con loro in un clima di collaborazione e di reciproca fiducia. Per ottenere un simile risultato anche l’opera della Chiesa può essere utile, in quanto è in grado di offrire i giusti criteri di mitezza, sapienza, umiltà e verità, che sono sempre necessari per rendere efficace l’azione dell’alleanza educativa.

In ultima analisi il rapporto di collaborazione fra scuola, famiglia e comunità ecclesiale deve mirare essenzialmente a far maturare uno stile di presenza e di testimonianza da parte degli adulti. È parere di parecchi osservatori che oggi è proprio l’adulto che manca nel processo educativo, sia perché si sottrae alle sue responsabilità, sia perché talora appare incapace di compiere l’opera educativa che incombe su di lui. L’adulto deve accettare di esporsi in prima persona, ponendosi egli per primo in un processo di maturazione personale, che lo porti ad essere un valido punto di riferimento per i ragazzi che si relazionano con lui.

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Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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