Pubblicato il 15 Ottobre 2019 | di Redazione
0Celebrazione di San Luca Evangelista
San Luca Evangelista, Medico
Il 18 ottobre il calendario liturgico ricorda San Luca, dal latino lux, lucis, “luce”, evangelista, medico di origine pagana e forse anche pittore. Figlio di pagani, Luca appartiene alla seconda generazione cristiana. Compagno e collaboratore di San Paolo, che lo chiama «il caro medico», è soprattutto l’autore del terzo Vangelo, attraverso il quale ci fa intuire di aver conosciuto personalmente la Madonna, dalla quale avrà ascoltato i particolari intimi e dolci dell’infanzia e della vita di Gesù.
Secondo le fonti, Luca, uomo colto con inclinazioni artistiche e gusto letterario, fu cittadino di Antiochia in Siria, ove svolse la sua professione medica. Fu martirizzato a 84 anni. Luca è considerato colui che nella sua opera ha rivelato il volto misterioso di Dio. Secondo la leggenda Luca fu anche pittore al quale si attribuiscono molte raffigurazioni della Vergine, forse per il fatto che meglio di ogni altro evangelista ha tratteggiato la figura della Madonna. Questo probabilmente il motivo che lo vede protettore dei medici, dei pittori, scultori ed artisti in genere. Nell’iconografia popolare San Luca è affiancato da un bue alato che simboleggia il suo Vangelo. Luca viene inoltre rappresentato mentre scrive il suo libro o mentre ritrae la Vergine Maria.
Le sue ossa furono trasportate a Costantinopoli nella famosa Basilica dei Santi Apostoli, quindi giunsero a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Cristina. La sua testa è stata traslata dalla Basilica di Santa Giustina alla Cattedrale di San Vito a Praga nel XIV secolo. Infine una costola del corpo di San Luca è stata donata nel 2000 alla Chiesa greco-ortodossa di Tebe. Esiste un’altra reliquia della testa del Santo nel Museo Storico Artistico “Tesoro” nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
L’Ufficio per la Pastorale della Salute organizza la ricorrenza del Santo Evangelista. Alle ore 10.00 verrà celebrata una Santa Messa per i medici e gli operatori sanitari presso l’ospedale Giovanni Paolo II, ed in seguito verrà presentato il programma delle attività dell’Ufficio per l’anno 2019/2020, con il conferimento del mandato ai componenti della Consulta.
“Preghiera del medico” (Preghíre du Mídeche): composta da Nicola Simonetti, medico e giornalista.
Accorri in mio aiuto, o Signore, mia salvezza.
La mia mano è stata chiamata più volte a guarire, la mia mente ha lottato per guarire,
il mio cuore voleva sanare gli altri; mano, mente e cuore però sono malati anch’essi,
non sanno strappare quel velo che tu hai posto davanti alla malattia e al dolore.
Aiutaci, o Signore, a guarire la nostra persona perché possiamo essere quel medico
di cui il Siracide (38, 1-15) dice che tu hai creato perché ce n’è bisogno.
Ti offro oggi, o Signore, il lungo grido di ribellione degli uomini schiavi del dolore.
Ti offro l’umiliazione e la pena di ognuno, la lotta di tutti e la sofferenza dell’uomo ansioso, che non si è potuto confidare.
Ti offro la pena di coloro che attendono una visita medica e non la ricevono.
Ti offro la pena di coloro che vogliono un posto in ospedale e non riescono ad entrare.
Ti offro la mestizia di chi muore solo,
la disperazione di chi si uccide.
Ti offro gli invalidi per le nostre mancanze, gli inabili per carenti prestazioni, gli anziani
e i reietti perché cronici.
I malati a cui non riusciamo a dire la verità, quelli che non riusciamo a curare
perché manca una macchina, un farmaco o un uomo.
Quell’esercito di afflitti che lottano
con l’arma della sofferenza, perché siano liberati i loro fratelli.
E io sono qui mentre essi soffrono
e l’amore di me rende sordo al loro grido.
L’amore di me, Signore, è un veleno che gusto ogni giorno.
L’amore di me, Signore, mi trova perfetto medico.
L’amore di me mi compatisce
E trascura la sofferenza altrui.
L’amore di me mi incita a guadagnare denaro e ammucchiarlo.
L’amore di me mi suggerisce di visitare gratuitamente dieci malati perché sia addormentata la mia coscienza, e uno poi, paghi per tutti.
L’amore di me fa ammonticchiare riviste e libri.
E mi infila tight e toga.
L’amore di me è soddisfatto di me.
Ma questo amore di me, Signore, è un amore rubato.
Era destinato agli altri e ora crea la miseria umana, la sofferenza umana, le ingiustizie,
le umiliazioni, le disperazioni.
Abbiamo rovinato l’amore, ho rovinato il tuo amore, o Signore.
Oggi ti chiedo di aiutarmi ad amare.
Signore illumina con la tua luce gli afflitti, perché siano giusti nella lotta, generosi nel dono.
Purifica il nostro cuore, affinché possiamo capire il fratello che soffre,
perché possiamo non rubare più l’amore, perché possiamo offrirti, alla fine dei tempi,
il paradiso che con i nostri pazienti avremo costruito con le nostre mani.