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Pubblicato il 18 Ottobre 2019 | di Redazione

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Ibla Buskers e l’amore per la propria terra

A Ibla Buskers, la festa degli artisti di strada che quest’anno ha festeggiato i suoi primi 25 anni, tantissime presenze per i quattro giorni di spettacolo. Ma a renderla la manifestazione tra le più importanti dell’Isola è forse un altro aspetto: il suo sincero, viscerale attaccamento al territorio. Lo si denota, di edizione in edizione, nel forte impegno che l’organizzazione Edrisi, guidata da Ciccio Pinna e Antonio La Cognata, mette nel prendersi cura della propria terra, nel riscoprirla e quindi nel rivalutarla.

Quest’anno Ibla Buskers l’ha fatto illuminando uno scorcio abbandonato in Corso Don Minzoni al quartiere Archi. Dove sorgeva un tempo una vecchia casa, poi crollata, lasciando un muro di sostegno a proteggere la strada, l’arte ha portato respiro nuovo. Da una bruttura è nata bellezza, grazie a uno speciale murale, realizzato da Mariachiara Freddura e Daniela Dimartino.

L’ha fatto restituendo alla memoria la storia del Castello antico di Ragusa, grazie alla narrazione dell’attore Massimo Leggio, attraverso testimonianze antiche che hanno svelato aspetti poco noti di una vicenda che ha cambiato l’intero profilo di Ibla.

L’ha fatto accogliendo un piccolo flashmob, organizzato dalla collaborazione tra le associazioni Rinascita Verde e Legambiente per sensibilizzare la gente sul tema ambientale. Ispirandosi al movimento di Extinction Rebellion nato nel Regno Unito, tre ballerine con una clessidra dipinta sul petto, a simbolo del tempo che scorre inesorabile, e in mano piatti di plastica e un sacchetto, hanno voluto attirare l’attenzione sugli effetti negativi che il consumismo ha anche su di noi e sull’importanza di un intervento verso il cambiamento che parta dallo Stato.

“Curiamoci del mondo e della nostra comunità”: è il messaggio che Ibla Buskers vuole ogni anno lanciare. Perché non basta il divertimento, ma è importante l’educazione e la sensibilizzazione di una intera comunità.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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