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Pubblicato il 25 Ottobre 2019 | di Redazione

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Inaugurato il nuovo Centro Socio Educativo “Così come sei”: una necessità!

Per Vincenza, 23 anni, l’apertura del Centro Socio Educativo “Così come sei” che accoglie i suoi due fratelli colpiti dalla nascita da una rara sindrome, domenica 20 ottobre, presso i locali della Fondazione Salvatore Licitra, attigui alla parrocchia Preziosissimo Sangue di Ragusa, è questo: una necessità.

E non si tratta appena di offrire un contesto educativo e di socializzazione in cui i bisogni degli attuali 23 ospiti tra gli otto e i ventidue anni, con disabilità di vario tipo, siano abbracciati senza riserve e, per quanto possibile, spinti oltre il limite di presunte misure prestabilite. La necessità nasce dall’evidenza che «qui si mostra a tutti come da una condizione di difficoltà possa nascere la bellezza». Non è il limite psichico o fisico ad essere bello. La bellezza sta nel fatto di stupirsi, nel tempo, di ciò che di impensabile si vede scaturire da quel limite. È il frutto di una gratuità totale, che sa accogliere l’altro esattamente “così com’è”, senza abbandonarsi al pietismo untuoso e senza lasciarsi inghiottire dall’ombra paralizzante della rassegnazione o del fatalismo.

«Il nostro compito – afferma infatti Vincenza- è quello di plasmare la realtà. Certo – aggiunge con sano realismo – ci sono cose che non dipendono da noi, ma noi –sottolinea- facciamo la differenza». Accade, ad esempio, che, dopo anni dedizione quotidiana di chi si occupa di lui, Francesco, che a detta di molti “specialisti” doveva restare inchiodato alla carrozzella, “decida” invece di alzarsi e che oggi cammini o che Mattia, in gilet e papillon, serva il caffè agli ospiti giunti per l’inaugurazione del Centro. Un posto che – dice – gli «piace molto». Dopo l’Inter, naturalmente.

«A dare il nome al Centro – spiega la presidente dell’associazione  Angese Alberghina, davanti al sindaco Peppe Cassì e ai convenuti che affollano il cortile – è stato Samuel, il quale, un giorno, torna a casa un crocifisso raccolto chissà dove. C’era scritto: Gesù ti ama così come sei».

La storia di Samuel, di Anna, Giuseppe, Cinzia, Simone, e dei loro genitori non è una favola in cui tutti i problemi svaniscono magicamente. Biagio e Lino, tuttavia, tra i fondatori del Centro, sono commossi da questo «inizio di un sogno». Quale? «Quello di dare un futuro ai nostri figli costruendo un luogo adatto a loro per quando non ci saremo». Biagio, da ingegnere, e Lino, in qualità di architetto, hanno ideato insieme, nei dettagli la struttura del Centro: dalla palestra alla cucina, dal laboratorio sensoriale all’aula dove si svolge la lezione di inglese.

«Questo centro – racconta Biagio – è il secondo che realizzo insieme agli altri genitori. Il primo era pensato per dei bambini. Vedendoli crescere abbiamo dovuto realizzarne uno adeguato alle esigenze di ragazzi e di giovani adulti con disabilità. Ma ho già in mente il terzo sogno da realizzare: Un luogo dove noi genitori, una volta anziani, possiamo essere accuditi insieme ai nostri figli. È importante che i genitori e i loro figli speciali stiano insieme. Da soli, infatti, non si va da nessuna parte».

Lo sa bene Giulia che, infischiandosene della corda che funge da barriera tra il pubblico e lo spettacolo offerto dai medici-clown dell’Associazione “Ci ridiamo su”, spinta sulla sedia a rotelle dalla sua mamma, si lancia inebriata e felice verso le bolle di sapone che si levano lievi su di loro. Uno spettacolo bellissimo e “necessario”. Per tutti.

Mario Tamburino

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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