Pubblicato il 31 Ottobre 2019 | di Redazione
0Portare la volontà di Dio in ogni cuore. In missione nelle periferie di Lima
La testimonianza di Gianni Vaccaro, missionario laico, che da 27 anni vive nella periferia di Lima. Un contesto estremamente difficile, dove, tra povertà, delinquenza, droga, oppressione e avidità, viene portata la Parola di Dio. Attraverso le sue strutture, tra cui un centro medico, una scuola, uno sportello per il microcredito e un laboratorio di cucito, l’associazione Yachay Wasi opera per portare l’amore di Dio attraverso progetti sociali, sviluppo umano e sostegno spirituale.
Ogni giorno per noi, la sfida è quella di fare la volontà di Dio in mezzo a una comunità di immigrati dalle Ande e dall’Amazzonia peruviana che cercano in città di trovare migliori condizioni di vita
Domenica 20 ottobre si è celebrata la Giornata Missionaria Mondiale. In questa data ricordiamo come sia importante essere Chiesa, essere comunità che continua la missione di Gesù per vivere nell’adesso della nostra Storia il Regno di Dio tra noi. È importante comprendere sempre più in profondità che se siamo Chiesa dobbiamo sentirci comunità di fratelli in missione per il Regno di Dio, nel luogo dove ci troviamo. Colgo l’occasione, in questa giornata per mandarvi la benedizione di Dio, nostro Papà Buono, da una delle tante periferie del mondo, Tablada de Lurín, estrema periferia di Lima, megalopoli di quasi 11 milioni di abitanti, da dove vivo da 27 anni.
Ogni giorno per noi, la sfida è quella di fare la volontà di Dio in mezzo a una comunità di immigrati dalle Ande e dall’Amazzonia peruviana che cercano in città di trovare migliori condizioni di vita, dato che l’egoismo umano li priva di vivere felici nelle loro terre per tanti motivi, ma che alla fine trovano la loro causa comune nell’egoismo ed avidità umana che si è strutturato in un sistema che uccide. Qui le persone e famiglie intere arrivano, non perché vogliono conoscere Lima, ma perché sono espropriati delle loro terre dalle multinazionali che vogliono avidamente estrarre l’oro, argento, stagno, litio, petrolio, ecc. o da gruppi mafiosi che commerciano illegalmente con il legname di alberi millenari, distruggendo l’equilibrio ecologico della zona. L’avidità che è ormai è istituzionalizzata ed organizzata in sistema porta li porta ad estrarre senza crearsi il minimo problema nella conseguenza di inquinare i fiumi ed i laghi del territorio circostante, creando disastri ecologici, malattie irreversibili e distruggendo le attività agricole e della pastorizia, che avevano mantenuto generazioni intere per millenni, con una vita semplice ma degna. Nel grido di questa popolazione che arriva nelle periferie di Lima sentiamo che Dio «Ascolta il clamore del Suo Popolo» per intervenire a liberarlo dalla schiavitù dei nuovi Egitti di oggi che opprimono al popolo di Dio.
Nel centro che abbiamo costituito qui in periferia, cerchiamo di dare ai bambini ed adolescenti gli strumenti per costruirsi una vita degna, attraverso le attività educative e sanitarie. È sempre difficile parlare di Dio che ci ama in un contesto dove al popolazione si sente abbandonata a sé stessa, vulnerabile e debole davanti ai potenti che li accettano solo perché mano d’opera economica, cioè schiavi moderni, togliendogli la dignità di essere trattati come persone. Come parlare di Dio amore in un contesto dove i grandi vogliono approfittarsi dei deboli? E dove l’esperienza, molte volte vede rispondere con violenza all’odio? Nonostante tutto continuiamo a credere che l’amore con cui siamo stati creati da Dio nostro Papà Buono, è quello che ci salva anche oggi. Le attività scolastiche e del centro medico, quelle della cooperativa di taglio e cucito e di microcredito vogliono comunicare soprattutto che Dio, nostro Papà Buono, non si è dimenticato di noi, degli ultimi, dei più deboli. Non perché sono i migliori o altro, ma perché amati in modo preferenziale da Dio che inizia a costruire il suo Regno dagli ultimi.
Nei nostri centri ogni giorno vogliamo dire ad ogni bambino ed adolescente che Dio lo ama. Lo ama gratuitamente, e il Suo amore non va guadagnato. Lo ama e basta. Dio è il nostro Papà Buono che ci accoglie sempre, come al figlio prodigo e quindi nella vita non siamo soli e che se ci uniamo in comunità per rispondere ai problemi, riusciamo a vincere con l’amore ad ogni tipo di egoismo ed esclusione. 27 anni vissuti qui e gli anni precedenti in Italia, mi confermano, che nonostante situazioni impossibili, invece è possibile che l’amore trionfi. Ho visto, come sia possibile dal nulla, senza fondi iniziali, solo con catene di solidarietà costituire spazi come quelli che abbiamo creato: il centro medico, il doposcuola, la scuola materna, il microcredito, il centro di donne di taglio e cucito, ecc.
Com’è stato possibile? Solo mossi dalla fede che ci obbliga molte volte a fare il salto nel buio. Ci siamo detti: Non possiamo non fare nulla davanti a tanta necessità. Iniziamo e se questo è volontà di Dio, ci penserà Lui a farlo andare avanti. E così è stato. Così, nonostante ogni anno mille difficoltà, è da 27 anni. La fede ci dimostra come Dio, attraverso di noi, sta manifestando il Suo amore ad ognuno dei suoi Figli a partire da chi soffre. E finora così è stato. Dio ci chiama in missione, sia lontano dal proprio paese sia nel proprio territorio per dimostrare che il suo Sogno è reale ed è possibile vivere il Regno di Dio, regno di pace, giustizia e fraternità già a partire da questa nostra terra, nonostante gli egoismi, le paure e il senso di impossibilità. Oggi abbiamo tanto bisogno di vivere il sogno di Dio per questo abbiamo bisogno di vivere la missione ed essere tutti missionari.
Oggi, in questo contesto di indifferenza ed odio davanti a tutto quello che è diverso da noi, siamo chiamati a continuare la Missione di Gesù di andare all’incontro di ogni persona che si sente esclusa per dire che «il banchetto è stato preparato soprattutto per loro». Oggi essere missionari significa, qui ed in ogni luogo, di amare personalmente e come comunità, prepararci ed approfondire il problema, perché oggi purtroppo non basta la sola buona volontà per poter vedere il miracolo che ogni situazioni di odio ed esclusione siano solo l’Egitto di oggi dove Dio chiama, attraversando il deserto a liberare il Suo Popolo per portarlo alla Terra Promessa. Ieri come oggi e sempre. Oggi essere missionari è prendere sul serio il Sogno di Dio, di metterci in gioco per rendere visibile il Suo amore. Fare missione è permettere a Dio di incarnarsi in ognuno di noi per renderlo realmente visibile perché c’è tantissima gente che non ha fatto esperienza della Buona Notizia.
Un forte abbraccio fraterno nel nostro unico Dio, sognando insieme un mondo umano, giusto e di pace proprio come Lui lo sogna per tutti noi suoi Figli e sperando che possiate un giorno venire a trovarci per approfondire e condividere tutti i miracoli quotidiani che è capace di realizzare Dio attraverso ciascuno di noi che decide di Annunciare la Buona Notizia incarnati nella nostra storia.
Fraternamente in Gesù resuscitato
Gianni Vaccaro