Pubblicato il 5 Novembre 2019 | di Redazione
0Ricominciare sempre apprezzando lo straordinario della quotidianità
Il 5 e 6 ottobre 2019 si è tenuto all’Oasi “Madonna del Sorriso” di Frigintini, un Weekend di spiritualità per giovani ed educatori di gruppi giovani e giovanissimi promosso dal Settore Giovani di Azione Cattolica della Diocesi di Ragusa, che ha accolto oltre sessanta partecipanti provenienti da tutta la Diocesi (e non solo). A guidare la riflessione durante i due giorni è stato don Tony Drazza, assistente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per i giovani, celebre e molto apprezzato, tra le altre cose, per la quotidiana “carezza” che regala a tutti i suoi followers tramite i social network.
Sono stati due giorni intensi, che ci hanno visto meditare sulle parole che il Santo Padre Francesco ha consegnato alla Chiesa nell’esortazione apostolica post-sinodale Christus Vivit. Don Tony ha sin da subito sottolineato come il documento del Papa non sia rivolto solo alle giovani generazioni, esso è infatti frutto dell’esercizio sinodale che ha visto protagonisti innanzitutto i vescovi.
Sono soprattutto due le constatazioni che, al termine dell’esperienza del Weekend di Spiritualità, restano in evidenza. Innanzitutto il bisogno di spiritualità insito nei giovani: non è vero che i giovani vivono un mondo senza Dio e senza ricerca del trascendente; vi è piuttosto una ricerca spirituale che coinvolge e che molto spesso non trova riscontro nel mondo in cui essi si trovano a vivere. In questi due giorni è stato possibile partecipare a gruppi di confronto nei quali ci si è aperti e si sono condivise difficoltà che caratterizzano le vite di giovani, molte volte feriti, delusi, alla ricerca, ma che non perdono la speranza di poter vivere un mondo migliore, anzi, di poter contribuire all’edificazione di un mondo migliore. La seconda constatazione riguarda il modo in cui oggi presentiamo la vita di fede ai giovani. Don Tony ha usate parole dirette, forti, che hanno realmente toccato e fatto vibrare il cuore di chi lo ascoltava. È stato facile rendersi conto di come la sua testimonianza di vita si è fatta catechesi, particolarmente nell’invito a “benedire i propri dolori”, ovvero a considerare seriamente e a provare ad accettare la difficoltà, la ferita, la caduta, come il momento in cui avvertire la presenza di Dio nella vita di ognuno. Non si tratta solo di uno sterile realismo, ma di un invito ad essere cristiani che vivono nel mondo e che considerano la propria vocazione come una missione e una testimonianza nell’ambito dell’ordinaria quotidianità: la sfida è saper scorgere lo straordinario nell’ordinario.
L’invito a “ricominciare sempre”, nonostante tutto, più volte ribadito da don Tony, è risuonato forte nella testa e nel cuore dei partecipanti. L’augurio è che questo incontro possa essere stato, per tutti noi, l’inizio di un cammino nuovo, in cui imparare ad ascoltarsi ma anche ad ascoltare, per poter essere sensibili a ciò che circonda ed essere nel mondo testimoni autentici dell’amore di Dio per l’uomo.
Riccardo Spatola