Politica

Pubblicato il 9 Dicembre 2019 | di Vito Piruzza

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Pensare insieme il bene comune: la sfida della Notte bianca della politica

Viviamo il momento più basso di credibilità della politica, i partiti e la classe dirigente politica hanno un gradimento e una attrattività bassissima, sempre meno cittadini vedono nell’espressione del voto la possibilità di dare una risposta ai problemi della nostra società. In questo contesto a chi poteva venire in mente di organizzare una due giorni interamente dedicata alla politica?

A Ragusa l’hanno fatto la Scuola di formazione politica Italia Prossima e l’associazione Hereusium e con un successo tanto inaspettato quanto strepitoso! Venerdì 15 e sabato 16 novembre per 6 ore, ogni giornata dalle 17 alle 23, un pubblico numeroso e interessato ha gremito il pur grande auditorium della Camera di Commercio di Ragusa per partecipare all’interessantissima “Notte bianca della politica”.

Otto autori di recenti saggi hanno presentato le loro opere che sotto diverse angolature e con punti di vista originali analizzano ciò che accade nella nostra vita democratica oggi alcuni anche dando uno sguardo a modelli di politici del passato (Sturzo e le donne cattoliche in politica nel dopoguerra) che hanno saputo con creatività e passione interpretare e vivere in modo esemplare l’impegno politico.

In verità il discredito di cui gode la politica è spesso figlio dell’assenza di competenza e del livello dell’interlocuzione, quando a parlare dei problemi della società e della democrazia sono persone del calibro di Paolo Pombeni, Piero Ignazi e del nostro Francesco Raniolo per citare solo alcuni dei nomi degli intervenuti, l’interesse per la politica emerge e cattura.

La scommessa degli organizzatori viene espressa da Giorgio Massari:«Al tempo in cui gli uomini e le donne del tempo presente sembrano prigionieri di una cultura individualista, chiusi in relazioni autistiche nel web, sopraffatti dalla diffidenza reciproca, tornare a pensare insieme il bene comune di una comunità, a pensarsi come comunità di destini, a rimettere al centro il pensiero, il ragionamento e lo sforzo per una lettura critica della realtà, è un fatto veramente sfidante e rivoluzionario è la via per tornare a coltivare l’umanità dell’uomo e di ogni uomo». A consuntivo possiamo dire che l’obiettivo è stato colto.

La formula poi dell’interlocuzione con l’autore da parte di colleghi giornalisti locali, tra cui il nostro direttore Alessandro Bongiorno e il sempre brillante Saro Distefano, ha reso le presentazioni molto stimolanti. Per ragioni di spazio non è possibile citare tutti gli interventi, ma sicuramente le dotte e puntuali analisi sui paradigmi della buona politica, sul populismo, sulla crisi dei partiti e sull’incidenza della crisi economica sulla considerazione della democrazia, hanno costituito assieme agli altri stimoli sui falsi “miti” del fascismo e sull’analisi della Lega un’occasione di riflessione vera e profonda sul tessuto democratico della nostra società. Ma soprattutto un elemento di grande speranza è stato di vedere finalmente dei giovani partecipare in modo interessato.

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