Società

Pubblicato il 13 Gennaio 2020 | di Agenzia Sir

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Il protagonismo della silver age

La migliore qualità della vita e il livello di benessere più alto non solo permettono un innalzamento dell’età media, ma maggiori opportunità di essere attivi e protagonisti. Le persone “anziane” possono disporre di più tempo e possono scegliere come investirlo. In alcuni molti casi sembra che dopo i 65 anni si entri in una nuova fase della giovinezza, nella quale si manifestano occasioni per cogliere e apprezzare esperienze con una maturità diversa.

L’indagine “La silver economy e le sue conseguenze”, pubblicata dal Censis , mette in luce la grande forza sociale della fascia d’età che comprende gli over 65. Ne emerge un gruppo di popolazione molto attivo (solo 2 milioni e 800mila persone sono in condizioni di non autosufficienza, sui 13 milioni e 700mila che compongono questa fascia d’età). Si legge nel rapporto che le persone con 65 anni d’età, e oltre, non si sentono anziane, percepiscono la vecchiaia solo quando iniziano a dover dipendere da qualcun altro per fare la spesa, per gestire la propria casa, per essere sicuri di aver compreso quanto ha detto loro il medico dopo la visita. Prima di ciò, questa generazione è fortemente attiva.

Longevi e in buona salute gli over 65enni portano un protagonismo e una vitalità particolare. Sono una irruzione, a cui la società non è abituata. L’indagine sulla “silver age” mostra la vitalità nel mondo dei consumi, la ricchezza di questa fascia d’età: in termini reali è aumentata del 77%, e oggi rispetto alla media degli italiani dispongono del 13,7% di ricchezza in più. Sono anche la fascia della popolazione che acquista di più e meglio: come rilevano i ricercatori Censis – sono interpreti di un modello di consumo della neosobrietà. Scelgono di spendere per visitare mostre e musei, cinema e siti archeologici, concerti, balere e vacanze.

Gli over 65 si mettono a disposizione degli altri, a partire dall’offerta di supporto ai familiari. Praticamente tutti hanno nipoti da guardare. Un buon gruppo tra loro – 3milioni e 600mila – li accudisce quotidianamente. Diventano così un supporto centrale per facilitare il lavoro dei gentori. Oltre il 60% offre, inoltre, un supporto economico per le generazioni successive. Infine gli over 65 attivi – ci dice l’indagine – promuovono e apprezzano esperienze di socialità.

Quando si cerca il dialogo tra le generazioni bisognerebbe valorizzare meglio questo protagonismo e iniziare a chiedere, quanto la silver age possa ancora offrire alla costruzione della coesione sociale della nostra comunità.

Andrea Casavecchia

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