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Pubblicato il 13 Gennaio 2020 | di Redazione

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La leggenda dei due abeti del Vescovado svelata dalla II A della “Quasimodo”

In via Roma si trova uno dei 18 monumenti di Ragusa riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità: il palazzo vescovile, Schininà di sant’Elia, un tempo di proprietà della famiglia Schininà e donato dalla stessa alla neonata Diocesi di Ragusa nel 1951.

La nostra classe ha avuto l’opportunità di visitarlo. Prima di entrare nel palazzo ci siamo soffermati ad ammirare il maestoso portone principale caratterizzato da un’arcata su cui è posto lo stemma della famiglia. Varcato l’ingresso, una scalinata ci indica la strada per entrare nel palazzo. Al centro dell’edificio vi è un giardino dove si trovano due imponenti e alti alberi su cui aleggia una leggenda della quale ci ha parlato l’economo della diocesi, padre Salvatore Azzara.

Si narra che, durante la Seconda Guerra Mondiale, una scheggia di proiettile abbia tranciato la cima di uno dei due abeti, che non è potuto più crescere in altezza; l’altro abete vicino, si dice, che «abbia saputo aspettare» perché ha smesso anch’esso di svilupparsi in altezza. Si dice anche che questi due alberi siano alti quanto profondi, le loro radici si sono sviluppate in profondità non danneggiando quindi minimamente le mattonelle in pietra poste attorno agli abeti. L’altezza di questi due alberi pare sia di circa 35 metri e sempre padre Azzara ci ha svelato il segreto per misurarli: tramite la lunghezza della loro ombra… si prende un bastone di due metri e si misura tramite le proporzioni la lunghezza degli abeti.

Attorno al giardino, un corridoio colonnato porta alle varie stanze e sale del palazzo e alla cappella dove abbiamo incontrato il vescovo monsignor Carmelo Cuttitta il quale si è intrattenuto e ha dialogato con noi raccontandoci la sua personale esperienza e conoscenza del beato don Pino Puglisi. Poi nel suo ufficio ci ha fatto vedere le foto che lo ritraggono con Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco.

La nostra visita si è spostata nella sede dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dove viene progettato ed impaginato anche il periodico di informazione della diocesi di Ragusa “Insieme”.  Come degli addetti alla redazione ci siamo seduti attorno al tavolo di lavoro ed abbiamo ascoltato il condirettore del giornale e la segretaria ed amministratrice della redazione, nonché mamma di un nostro compagno di classe, che ci ha spiegato come viene impaginato il periodico e come negli anni siano cambiati la forma, il colore della stampa, la periodicità ma mai il carattere della testata ed abbiamo avuto il piacere di vedere la copia originale del n° 0 di Insieme dell’8 dicembre del 1984. Il condirettore si è soffermato, invece, sull’importanza di leggere i giornali perché ci tengono informati, ma anche della necessità di verificare la veridicità della notizia.

La nostra visita si è conclusa nella biblioteca diocesana dedicata a Monsignore Pennisi che è suddivisa in diversi settori: per argomento e per datazione dei libri che abbiamo visitato guidati dalla signora Mariuccia Dimartino. All’interno della biblioteca vi è una stanza denominata “Fondo Antico” dove sono conservati i libri che vanno dal 1500 al 1800. In questa sala, la dottoressa Domitilla Occhipinti, archivista della Diocesi, ci ha spiegato che i libri presenti nel “Fondo Antico” sono una collezione di libri antichi di prestigio di carattere prettamente religioso. Abbiamo capito la differenza tra archivio e biblioteca: l’archivio è la memoria storica invece la biblioteca è una collezione di libri.

II A Istituto Salvatore Quasimodo di Ragusa

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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