Cultura

Pubblicato il 15 Gennaio 2020 | di Redazione

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Il presente e il futuro delle città. L’itinerario della Cattedra di dialogo

Crocifissa e benedetta dall’inestricabile viluppo del globale e del locale, oggi la città contemporanea costruisce o subisce le folle desertiche del “Black Friday” e insieme offre le sue strade ai movimenti sociali per la giustizia climatica; esibisce il peggio della cura (dell’incuria) per il bene comune e lascia fiorire comunità spontanee ed informali che di frammenti di quel bene – spazi di assistenza, di gioco, di memoria – e della sua necessità si fanno volontariamente carico; si chiude nell’immaginario buio dell’ansia di sicurezza e di identità e intanto, e in tanti suoi cittadini, non arretra dinanzi alle possibilità della città interculturale.  Dire e raccontare la città, significa prima di tutto saper riconoscere la specificità dello spazio urbano e le peculiarità della vita urbana. Significa declinare, con modi e stili differenti, il “comune”, inteso come umano che tutti ci riguarda. Infine saper dire la città significa leggere e raccontare le sue periferie, significa approssimarsi al periferico in quanto “margine”.

Proprio per questo, per meglio comprendere la categoria di periferia, usata da papa Francesco, occorre interrogare i recenti studi di filosofia politica e sociale sulla marginalità. Al fine di cogliere i segni di “una cultura inedita che palpita nella città”, di conversare da cittadini responsabili su progettualità condivise, e tessere nodi e legami tra le diversità presenti, l’Ufficio per la cultura della Diocesi di Ragusa, la Cattedra di Dialogo tra le culture e l’Università degli Studi di Catania (struttura didattica di Ragusa Ibla), hanno inteso avviare un percorso culturale in alcuni comuni della provincia di Ragusa. Non una serie di conferenza o di tavole rotonde, ma un percorso di “conversazioni prolungate”, non necessariamente tra pari, ma estesa nel tempo e tale da coprire una vasta gamma di argomenti, affinché il pluralismo che caratterizza le nostre città complesse possa sprigionare tutta la sua dinamica. Punto di partenza Comiso, città della pace, con un primo incontro dal titolo “Dire la città: conversazioni urbane per progettare il futuro”, che si è svolto lunedì 16 dicembre.

La metodologia sarà quella di dar spazio agli interventi del pubblico presente, ovvero rappresentanti di diverse associazioni del terzo settore, dell’amministrazione, delle realtà ecclesiali, delle comunità islamiche, di enti pubblici e privati che a diverso titolo vivono il territorio urbano; ognuno, in un suo modo unico e peculiare, può testimoniare di usi condivisi, imprese collettive, forme di creatività popolare, per riflettere sui tanti modi di declinare il comune urbano e di gestire beni comuni. Un complesso lavoro di comunità che vede coinvolti diversi soggetti, appartenenti al mondo ecclesiale, scolastico, universitario e urbanistico, il cui obiettivo principale è quello di riportare l’humanum al “centro”, sia in senso spaziale, come cuore della città, sia in senso esistenziale, ovvero come riscoperta di una dimensione personale integrale.

Ufficio per la cultura

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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