Vita Cristiana

Pubblicato il 24 Gennaio 2020 | di Redazione

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Perché i giovani si allontanano dalla messa e dalla vita cristiana

Dopo il Christus vivit (Cristo è vivo!), documento pontificio post-sinodale, viene spontaneo pensare e ripensare a loro: i giovani, i ragazzi e i più piccoli.

Un pensare preoccupato, ma non angosciato, né ripetitivo. «C’è (di mezzo) una buona notizia (non inclusa nel documento Christus vivit): i giovani e i ragazzi sono idealisti come noi, goffi come noi (adulti!), teneri come noi, stupidi come noi che (ai nostri tempi) volevamo cambiare il mondo ogni momento. La cattiva notizia è questa: queste nuove generazioni trovano noi. E noi siamo un po’ cambiati» (Pierangelo Sequeri). Gli adulti mostrano ignoranza o di non aver capito il valore fondamentale della Parola di Dio nella vita di fede e quindi nell’educazione dei figli. Possiamo dire, perciò, che come cristiani in Italia abbiamo perso tre generazioni e stiamo perdendo la quarta. Così crescono piccoli atei! Anche se è bene e doveroso distinguere la situazione dal punto di vista sociologico e dal punto di vista spirituale.

Dal punto di vista sociologico possiamo confermare che nel mondo europeo si può parlare di crisi con questi cinque indicatori più gravi: la crisi della famiglia (instabilità nel legame matrimoniale, incapacità educativa, calo delle nascite), insignificanza della fede cristiana nel mondo giovanile, comunicazione mediatica superficiale e deformata (don Cesare Bissoli); forme di violenza e conflitti nel mondo, evidente abbassamento di credibilità nella Chiesa.

Dal punto di vista spirituale; cioè dal punto di vista dello Spirito Santo, dai segni del Vangelo che, nel nome di Gesù, Egli (Spirito Santo) va spargendo per il mondo: «la ricerca della verità da parte di tante persone in tutto il mondo non solo cattolico, e il dialogo tra le religioni; l’impegno coraggioso per il rinnovamento radicale della Chiesa alla luce del Vangelo; la disponibilità di tanti giovani a dire sì a Gesù Cristo; la loro opera di carità e solidarietà» (papa Francesco).

Non dobbiamo cadere nella trappola del pessimismo, della delusione e dello scoraggiamento. E, soprattutto, non possiamo dubitare che Dio si è dimenticato dell’uomo!  All’oratorio Spazio, da sempre (43 anni!) corriamo sui binari sempre tenuti lucidi, forti e aggiornati con i segni dei tempi intuiti, conosciuti, interpretati, con progetti nuovi (innovativi), con programmi formativi in sincronia con le domande evolutive della base per aiutarla a darsi risposte, in tempo giusto, per aiutarla a farsi altre domande… e, così, orientarsi verso il Pianeta della Verità e dell’Amore infinito.

Da sempre, noi educatori abbiamo denunciato le ragioni e le cause della lontananza dalla vita cristiana dopo la cresima: assenteismo come trascuratezza dei genitori; mentalità che, ricevuti i sacramenti: comunione e cresima, il fanciullo/la fanciulla è “a posto”. Non pensiamo che con l’adolescenza si acuiscono i problemi morali e di fede. A messa, i nostri ragazzi “a posto” non vanno più perché, “la messa, non mi dice niente, mi annoia…”. Manca una pedagogia eucaristica, liturgica per minorenni. Ancora: la catechesi è concepita come un avvenimento di “passaggi” e non aggiornabile nel contenuto, nel tempo, nel metodo e nel ritmo dei segni dei tempi. Eppure, in Italia sono in atto tantissime esperienze positive di cambio. Bisognerebbe che venissero fatte conoscere tra le diocesi, nella singola diocesi, nelle comunità… con la loro singolarità e con pregi e limiti.

Salvatore Mercorillo

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Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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