Pubblicato il 23 Febbraio 2020 | di Redazione
0“La ricchezza degli anni” Congresso internazionale di pastorale degli anziani
Dal 29 al 31 gennaio si è tenuto a Roma il primo Congresso internazionale di pastorale degli anziani organizzato dal Dicastero per i Laici , la famiglia e la Vita come lancio di una riflessione che porti a tracciare le prime indicazioni di una pastorale degli anziani, vera missione che si ha di fronte all’invecchiamento della popolazione in tutto il mondo.
Sono stati presenti 550 delegati di oltre sessanta paesi, rappresentanti delle Conferenze episcopali, delle congregazioni religiose, delle associazioni e dei movimenti laicali impegnati nella pastorale della terza età che hanno portato esperienze e testimonianze di quanto si vive nelle loro realtà.
Abbiamo partecipato al Congresso per trarre spunti di riflessione e di pastorale per la nostra diocesi e per conoscere le buone pratiche esistenti in giro per il mondo.
Il cardinale Farrell, presidente del Dicastero, nell’apertura dei lavori, ha sottolineato la necessità che la Chiesa aiuti a comprendere e valorizzare il dono prezioso della lunga vita che Papa Francesco definisce “una benedizione”.
Papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato, ha sempre sostenuto l’importanza del ruolo degli anziani nella trasmissione della fede, nel dialogo con i giovani, nel custodire le radici ed ha invitato gli anziani a vivere in modo attivo e con creatività la loro vecchiaia.
Dio infatti ha chiamato un uomo di 75 anni, Abramo per “scrivere una nuova storia”
Nell’incontro sono stati trattati i temi riguardanti l’importanza degli anziani nella famiglia, della loro vocazione particolare nella chiesa, della necessità di affrontare la cultura dello “scarto”
In tre sessioni, “La chiesa accanto agli anziani”, “La famiglia e gli anziani”, “La vocazione degli anziani” si sono alternate interessanti relazioni, e tavole rotonde in cui si sono avuti molti interventi dai vari continenti.
Riportiamo alcuni passaggi significativi delle sessioni:
Nel passato gli anziani erano rispettati e considerati per la loro saggezza, oggi invece “vengono visti come il peso che rallenta il sistema, c’è quasi un fastidio nel vedere che esiste una longevità attiva e vissuta soggettivamente” e su di loro”incombono tre pieghe pericolose: la solitudine che si vince con una cultura comunitaria sempre più forte, la perdita di un fine e di un obbiettivo nella vita e la concezione della creaturalità, la quale ci ricorda che siamo creature di Dio e non siamo padroni di noi stessi.” (De Rita, Censis)
“Siamo in una stagione di passaggio e dobbiamo saper cogliere i segni dei tempi ed affermare un’arte dell’invecchiare per gli altri, imparare a vedere l’utilità dell’anziano nella bellezza della sua testimonianza, nell’accoglienza e nella tenerezza…serve una svolta pastorale .”(Impagliazzo, Comunità di S.Egidio)
“Gli anziani oggi costituiscono una importante risorsa sia all’interno delle famiglie che della società nel suo complesso, a patto che riescano a vivere la transizione in maniera positiva, insieme alle persone che stanno loro intorno” (Bramanti, Università cattolica Milano)
“La convivenza tra età diverse non si improvvisa”… “Si tratta di un cammino di apertura al dialogo che deve affascinare in modo sempre nuovo anche gli adulti, come un’educazione permanente. Si basa sulla comprensione, che è una luce perché dà senso alla vita e spalanca nuovi orizzonti”… “il richiamo del Papa a superare l’indifferenza e a rivolgere uno sguardo di stima gli uni verso gli altri – i giovani verso gli anziani e viceversa -, al di là di pregiudizi e luoghi comuni, ha fatto opinione e indica un reale segno dei tempi” (Maria Voce, presidente movimento Focolari)
Gli anziani sono “testimoni, custodi e depositari delle radici della fede presso le giovani generazioni e nella società in generale. Al contempo, sono destinatari dell’attenzione pastorale della Chiesa, che deve assumersi l’impegno di convertirli e assisterli con amore per farli uscire dalle periferie esistenziali della loro esistenza” (Monique Bodhuin, Vie montante internazionale)
“Un popolo è tale se non lascia indietro i più deboli o peggio ancora li accompagna ad una morte prematura volontaria. Una società è pienamente umana se si prende cura dei deboli, dei malati, dei sofferenti e canalizza le risorse verso queste famiglie che hanno al proprio interno malati, anziani a volte anche terminali. Lo scandalo dei privilegi e degli sprechi deve essere cancellato a favore di questa parte della società per essere dalla parte di chi non ce la fa a cavarsela da solo”…”che ogni anziano “possa trascorrere la vecchiaia a casa propria e con la loro famiglia, incentivando la domiciliarità, il sostegno economico educativo; qualora non fosse possibile, sviluppando l’affidamento familiare per fare sì che l’anziano diventi il nonno recuperando un ruolo e la possibilità di amare e sentirsi amato. Gli anziani sono le nostre radici, i custodi della memoria, della storia, l’anello di congiunzione del ciclo vitale” (Ramonda, Associazione Papa Giovanni XXIII)
“Gli anziani hanno una vocazione speciale: sia come cittadini in mezzo alla loro gente, sia come membri battezzati del santo e fedele Popolo di Dio, hanno un ruolo insostituibile nel vivere e trasmettere cultura, fede, tradizioni e valori umani e religiosi” (p. Awi Mello, Dicastero)
Nelle conclusioni la sottosegretario del Dicastero, Gabriella Gambino ha sottolineato alcuni orientamenti:
– “Considerare il grande popolo degli anziani come parte del popolo di Dio: essi hanno esigenze particolari di cui dobbiamo tenere conto e per questo è necessario che le diocesi creino degli uffici dedicati alla pastorale degli anziani”;
– “La pastorale degli anziani, come ogni pastorale, va inserita nella nuova stagione missionaria inaugurata da papa Francesco con Evangelii Gaudium. Ciò significa: annunciare la presenza di Cristo alle persone anziane, poiché la chiamata alla santità è per tutti, anche per i nonni. Non tutte le persone anziane hanno già incontrato Cristo e, anche se l’incontro c’è stato, è indispensabile aiutarli a riscoprire il significato del proprio battesimo in una fase speciale della vita”;
– “Non impostare la pastorale degli anziani come un settore isolato, ma secondo un approccio pastorale trasversale”;
– “Valorizzare i doni e i carismi delle persone anziane, nell’attività caritativa, nell’apostolato, nella liturgia”;
– “Sostenere le famiglie e farsi presenti con loro quando hanno la necessità di accudire nonni anziani”;
– “Arginare la cultura dello scarto”. Molti anziani, ha spiegato, “chiedono di essere ricoverati in istituto per non essere di peso” e “in alcuni Paesi già si propone l’eutanasia – esplicitamente condannata dalla Chiesa – per le persone anziane sole, stanche di vivere”. Perciò, ha chiarito, “laddove delle persone si stiano domandando se la propria vita sia ancora utile o interessi a qualcuno, ebbene, lì c’è un vuoto che la pastorale della Chiesa deve riempire”.
– “Curare la spiritualità degli anziani, perché, accanto alla pietà e alla pratica devozionale, sia immersa in una autentica relazione spirituale profonda con Dio. L’uomo che invecchia non si avvicina alla fine; piuttosto ha bisogno di avvicinarsi a Dio e al mistero dell’eternità”.
Ha concluso: “Non servono strategie, ma relazioni umane da cui possano scaturire reti di collaborazione e solidarietà tra diocesi, parrocchie, comunità laicali, associazioni e famiglie. Servono reti solide con radici forti, non iniziative frammentate e fragili, anche se è dai semi più piccoli che a volte nascono i progetti più grandi”.
Nell’udienza privata in cui Papa Francesco ha incontrato i congressisti egli ha affermato che “gli anziani sono il presente e il domani della Chiesa. Sì, sono anche il futuro di una Chiesa che, insieme ai giovani, profetizza e sogna!” e ha chiesto che questa non resti un’iniziativa isolata, ma segni l’inizio di un cammino di approfondimento pastorale e di discernimento.
I Direttori dell’Ufficio per la pastorale della famiglia