Vita Cristiana

Pubblicato il 27 Febbraio 2020 | di Redazione

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Guardando il Cristo coronato di spine. Qui l’identità del quartiere Ecce Homo

La comunità parrocchiale ragusana continua a celebrare l’anniversario dei cento anni della consacrazione della chiesa dedicata al SS. Ecce Homo iniziato il 13 maggio dell’anno scorso per protrarsi fino al 2020. Un anno di diversi eventi religiosi, culturali e pastorali con l’intento di rinsaldare l’unità in Cristo di una comunità di fedeli che celebra, che annuncia, che serve. L’occasione del centenario è diventato anche motivo per consolidare l’identità della comunità nel territorio del centro storico e dell’intera città. Il campanile dell’Ecce Homo, che svetta superbamente sulla via omonima, visibile da tutta Ragusa, è stato sempre punto di riferimento e di orgoglio per molti ragusani; è davvero il simbolo di un quartiere che con il suo vissuto quotidiano ha costruito la storia iblea. Sotto questo campanile sono nati e cresciuti donne e uomini onesti e illustri, devoti e santi; da questo campanile sono sbocciate tante vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione; all’ombra di questo campanile tante famiglie hanno consacrato il loro amore davanti a Dio ringraziandolo a distanza di 25, 50 e 60 anni di vita matrimoniale. Al parroco don Giovanni Bruno Battaglia, poi, il merito per l’attenzione che costantemente dedica al meraviglioso tempio; in questi anni, infatti, egli è riuscito a cogliere particolari artistici e notizie storiche che con semplicità ha trasmesso a parrocchiani e turisti.

Significativa è la processione del SS. Ecce Homo, il venerdì santo di ogni anno. Diverse le espressioni devozionali che si possono notare all’interno della chiesa tardo-barocca: la devozione al Volto Santo con relativa celebrazione liturgica curata un tempo dalla Confraternita omonima; i tanti segni figurativi e artistici che richiamano la Passio Christi presenti in ogni angolo della chiesa; l’altare dell’Addolorata. Persino la venerata effigie di santa Rita, la cui devozione parrocchiale e cittadina ha in questa chiesa un luogo di riferimento, riporta e richiama la Passione di Cristo. Altre espressioni sono state poi passate Via Crucis animate ed ora la tenace volontà dei parrocchiani nel dedicarsi alla sacra rappresentazione della Passione di Cristo.

L’antico simulacro dell’Ecce Homo, ad opera dello scultore Pietro Padula risalente al 1789, veniva portato in processione la domenica delle palme e il venerdì santo dalla corporazione dei Carrettieri; tra diversi parrocchiani c’è il desiderio di voler ripristinare una processione nel corso della Settimana Santa o nel periodo quaresimale per una preghiera itinerante da vivere in intimità nelle strade del vissuto quotidiano degli “Acciumari” rivivendo un clima di silenzioso raccoglimento che purtroppo non si riesce a mantenere durante la processione cittadina del venerdì santo. Non un ritorno al passato, ma una semplice espressione della pietà popolare ad ampio respiro in linea con i nuovi orientamenti liturgico-pastorali tracciati dal Concilio. Espressione di culto e di fede che possa dare speranza al quartiere e a coloro che vi abitano; icona di richiamo, quella del simulacro, da portare per le vie della Città invitando tutti ad attingere al pozzo sacramentale del tempio costruito in mezzo a noi. Che sia uno dei tanti frutti di questo centenario. Ce lo auguriamo!

 

 

Paolo Antoci

 

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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