Pubblicato il 29 Febbraio 2020 | di Agenzia Sir
0Un progetto ambizioso denominato “Riusiamo Ragusa”
Il progetto complessivo è promosso dall’Inbar, istituto nazionale bioarchitettura, sezione provinciale di Ragusa, e sarà esternato nel corso del convegno “Riusiamo Ragusa – Da spazi vuoti a start up culturali e sociali”, convegno indetto per scambiare idee e pratiche differenti e complementari circa i temi del riuso degli spazi, attraverso una interlocuzione a livello istituzionale e con altre organizzazioni, mettendo in primo piano il protagonismo dei cittadini e dei giovani in particolare. L’appuntamento, che si terrà venerdì e sabato prossimi, vedrà la presenza di Anna Carulli, presidente nazionale Inbar, e di Roberto Tognetti, componente del comitato scientifico nazionale Inbar e direttore della fondazione Riusiamo l’Italia. Quest’ultimo nella giornata di venerdì, dalle 15 alle 19, all’istituto tecnico per Geometri Rosario Gagliardi di viale dei Platani, si soffermerà sul tema “Riuso creativo come innesco di rigenerazione urbana” mentre il giorno successivo, dalle 9 alle 13, nella sede della Cna territoriale di Ragusa, in via Psaumida 38, affronterà i temi riguardanti gli “Indirizzi per un piano d’azione basato sul riuso e la valorizzazione del patrimonio sottoutilizzato”. I particolari dell’evento e del percorso avviato sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Ordine degli architetti di Ragusa dal responsabile della sezione provinciale Inbar, l’architetto Giuseppe Cucuzzella. Erano presenti il presidente dell’Ordine degli architetti di Ragusa, Salvo Scollo, il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Vincenzo Dimartino, il presidente del Collegio dei geometri e geometri laureati, Salvatore Mugnieco, il presidente della fondazione San Giovanni, Renato Meli, e il direttore dell’associazione Ragusani nel mondo, Sebastiano D’Angelo. Gli eventi, infatti, sono organizzati in partnership con Cna (associazione territoriale di Ragusa), Confcommercio Ragusa, Premio Ragusani nel Mondo, Fondazione San Giovanni Battista, Fondazione Arch, Ordine Architetti Ragusa, Ordine Ingegneri Ragusa, Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Ragusa oltre alla sponsorizzazione di Bapr (Banca agricola popolare Ragusa), biotecnica Keracoll, Iblea Legnami Srl e Ceramiche Esagono. “Nel rapporto luoghi/territori – ha spiegato Cucuzzella – si assiste ad una dinamica del tutto nuova: l’Italia è passata nel giro di pochi anni da una situazione di persone senza spazi, a quella opposta di spazi senza più persone. Ci si trova infatti di fronte a contesti dove vi sono sempre più spazi vuoti, abbandonati, senza più funzioni d’uso, senza più abitanti. Luoghi produttivi dismessi, aree abbandonate, edifici pubblici (come ad esempio scuole, asili, ecc.) vuoti, ma anche oratori, stazioni ferroviarie, cinema, locali commerciali, uffici e spazi adibiti a servizi (teatri, cultura, formazione, terziario), paesi abbandonati. Oltre ai 5 milioni di residenze vuote, si stima che in Italia ci siano circa 1,5 milioni di questi beni, ovvero uno stock enorme di capitale inagito prevalentemente situato nelle periferie urbane. Contemporaneamente si registra una nuova domanda di spazi da parte di target specifici di persone (giovani, start uppers, artigiani digitali, comunità di interessi o di pratiche, fruitori di attività culturali, “cittadini attivi”, ecc.). Alcune politiche urbanistiche regionali e nazionali stanno confluendo in programmi di rigenerazione urbana. Questa strategia prevede un forte coinvolgimento degli attori locali, anche al fine di valorizzare saperi, tradizioni e knowhow del territorio, attualizzando magari antiche vocazioni e generando nuovo capitale sociale, indispensabile allo sviluppo dei contesti locali. In Italia, a partire dalla città di Milano, vi sono moltissime buone pratiche. Obiettivo del progetto è facilitare l’incontro (matching) tra l’offerta di spazi disponibili per il riuso e gruppi di giovani potenziali start uppers, pronti ad intraprendere. A Ragusa si avvierà un esperimento di dialogo progettuale a vari livelli, con valore di replicabilità per i tanti centri a rischio spopolamento che possono rimettersi in gioco attraverso forme di riuso creativo e generativo. Roberto Tognetti cercherà di tracciare alcuni indirizzi per un piano d’azione basato sul riuso e la valorizzazione del patrimonio sottoutilizzato, coinvolgendo stakeholders, portatori di interessi, amministratori e talenti verso una sfida sia operativa che progettuale per produrre forme e occasioni di vita e di lavoro attraverso la creazione di nuove filiere del valore in grado di collegare tradizione e innovazione”.