Vita Cristiana

Pubblicato il 17 Marzo 2020 | di Redazione

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Le feste in onore di San Giuseppe nella religiosità del Ragusano

Siamo nel bel mezzo di un anno giubilare dedicato al Patriarca san Giuseppe; si sta celebrando, infatti, il 150° anniversario della proclamazione del suo Patrocinio su tutta la Chiesa. Papa Pio IX, l’8 dicembre 1870, con il decreto Quemadmodum Deus della Sacra Congregazione dei Riti, elesse san Giuseppe a Patrono della Chiesa universale. Un pronunciamento ufficiale e definitivo che ha voluto suggellare l’intuizione spontanea e vissuta dei cristiani che da secoli avevano considerato il patrocinio universale del Santo come il prolungamento normale della sua provvidenziale missione di capo della Sacra Famiglia, culla e modello della Chiesa.

Notizie del culto per san Giuseppe nella provincia di Ragusa risalgono ovviamente a tre secoli prima del 1870. A Ragusa, per esempio, nell’antica chiesa di san Giorgio pre-terremoto vi era un altare dedicato al santo Patriarca il quale si menziona già nei documenti del 1583; a Scicli, invece, nel 1507 si costruisce la prima chiesa dedicata al santo. Non sono da escludere però l’esistenza in diversi comuni della provincia iblea di chiesette di ‘San Giuseppulu’ costruite proprio nel ‘600, secolo in cui il culto del santo Patriarca si diffuse universalmente e rapidamente ad opera dei Carmelitani e con i diversi riconoscimenti liturgici della Chiesa gerarchica.

Nella Provincia di Ragusa non c’è un Comune che non abbia una chiesa dedicata a san Giuseppe o, in mancanza della titolarità, una chiesa che lo venera con festa solenne.

A Santa Croce Camerina, di cui è patrono del paese, è venerato nella Chiesa Madre San Giovanni Battista; di questa località si conoscono le famose Cene, caratteristica culinaria della festa, oltre ai pani decorati e al maccu, è la pasta principisseda. A Pozzallo era venerato un tempo nella Chiesa Madre della città nella quale vi è ancora l’antico simulacro ottocentesco, oggi invece è venerato nella chiesa di San Paolo con festa esterna e con una nuova statua processionale. A Giarratana san Giuseppe non è Patrono del paese, eppure viene onorato nell’anno con due feste esterne, a marzo e a settembre; qui tante strade parlano del santo Carpentiere a motivo delle edicole votive erette in suo onore; a marzo si allestiscono nelle case dei giarratanesi gli Altari.

 

 

A Monterosso Almo san Giuseppe è venerato nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista con festa esterna e con l’allestimento degli Altari nelle case dei fedeli.

 

Ad Acate vi è una grande devozione con processione il 19 marzo partendo dalla Chiesa Madre di San Nicola dove è venerato il simulacro; molti sono le Tavolate e per l’occasione si cucinano i Baddotti, pietanza tipica acatese. Festa liturgica ed esterna anche a Donnalucata con la tradizionale Cavalcata; egli è il patrono ed è venerato nella chiesa di Santa Caterina da Siena. Solenni festeggiamenti anche a Marina di Ragusa, nella chiesa di Santa Maria di Portosalvo, con le tradizionali Cene di stampo kamarinense; a Pedalino nella chiesa Madonna del Rosario con le Tavolate e la Vampanigghia; a Scoglitti nella chiesa di Maria S. di Portosalvo con le Tavolate caratterizzate da diverse portate di pesce.

 

Festa con processione a Sampieri, a maggio, nella chiesetta della Madonna delle Grazie, si svolge qui la vendita all’incanto dei doni offerti dai fedeli. Ragusa ha l’onore di avere due chiese intitolate al santo: quella antica, a Ibla, e quella dedicata a san Giuseppe artigiano, in periferia, dove si svolge la festa esterna a maggio; la Chiesa del SS. Salvatore celebra i festeggiamenti di marzo; un’altra chiesa ragusana, infine, è dedicata alla Sacra Famiglia. Festa solo religiosa a San Giacomo Bellocozzo nella chiesa rurale della Beata Vergine Maria di Lourdes, con la tradizionale vendita all’incanto dei doni offerti dai fedeli. Chiese prettamente dedicate a san Giuseppe si trovano a Chiaramonte Gulfi e a Modica, città dove non festeggiano con processioni; a Chiaramonte e Piano dell’Acqua si hanno anche rispettivamente due chiese dedicate alla Sacra Famiglia e per i festeggiamenti della Madonna di Gulfi si celebra una piccola processione in paese con una statua di san Giuseppe per onorare la sua Sposa che sosta in Chiesa Madre. Invece si celebrano i festeggiamenti esterni di marzo nelle chiese a lui intitolate a Comiso; a Ispica, organizzati dalla confraternita omonima; a Scicli, con la secolare Cavalcata e l’accensione dei Pagghiara, a Vittoria con la processione del gruppo statuario della Sacra Famiglia. Zappulla festeggia il santo Carpentiere a maggio nella chiesa dedicata a san Giuseppe Lavoratore; Frigintini a marzo nella chiesa della Sacra Famiglia senza processione.

Protagonista delle Cene-Altari-Tavolate di san Giuseppe è il pane lavorato a forma di Varba, di Vastuni, di Sfera (ostensorio), della lettera G, e di tante altre figure come gli attrezzi del carpentiere, i simboli eucaristici e della passione. I ucciddati sono i segnaposto dei tre personaggi che impersonano la Sacra Famiglia i quali scuonzunu la mensa dopo aver benedetto la casa e la famiglia ospitante. Non mancano altri elementi come l’acqua e il vino, i limoni e le arance, u maccu, le pietanze e i dolciumi di ogni genere. Mense votive abbellite da tovaglie ricamate, da stoviglie di valore, da candele e lumi, dalle piante e dai fiori tradizionali quali ‘u baculu’, le fresie, i gigli, i garofani, l’alloro, gli asfodeli, le palme, i rami di mandorlo.

Suggestive e belle sono anche le gualdrappe delle cavalcature decorate con il fiore della violaciocca con cui vengono bardati i cavalli in occasione delle Cavalcate di Scicli e Donnalucata, con esse vengono appesi sull’animale numerosi campanacci che, con il loro suono ritmato dal passo equino, annunciano per le strade il passaggio del corteo rievocativo della Fuga in Egitto.

Commoventi, infine, le coroncine devozionali in onore a san Giuseppe che vengono recitate e cantate durante i tridui e i novenari in preparazione alla festa liturgica ed esterna.

Tant’altro ancora ci sarebbe da scrivere e da approfondire, impossibile esser completi in questa sede. L’invito è quello di vivere di presenza la festa di san Giuseppe nella provincia iblea, di scoprirla in tutta la sua bellezza e specificità. I nostri padri hanno venerato il santo Patriarca consegnandoci al contempo un patrimonio culturale e cultuale giuseppino inestimabile di cui oggi noi ne andiamo fieri. Scriveva lo storico Giuseppe Pitrè: “Si noti che se non si ha il patronato del Patriarca, si ha dappertutto la devozione per esso”. Nel nostro territorio San Giuseppe è patrono solo di Santa Croce Camerina, ma di fatto è come se lo fosse di tutta la provincia di Ragusa, dal momento che, rispetto ad altri santi, viene venerato solennemente in tutto il territorio ibleo, comprese le frazioni balneari e rurali.

Vale la pena, allora, di festeggiare questo 150° anniversario del patrocinio di san Giuseppe su tutta la chiesa universale; protezione da invocare anche per la chiesa locale costituita dalle Diocesi di Ragusa e di Noto. Facciamoci custodi di questa tradizione religiosa riccamente valoriale, come Custode è san Giuseppe nei riguardi del Cristo, della Chiesa e di noi tutti.

Paolo Antoci

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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