Attualità

Pubblicato il 24 Marzo 2020 | di Agenzia Sir

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Emergenza sanitaria e informazione responsabile

La deontologia e la professionalità dei giornalisti sono messe a dura prova in questo tragico momento storico, forse mai come adesso l’informazione è fondamentale ma a patto che sia attenta, puntuale, precisa e responsabile. Ne è fermamente consapevole il Segretario provinciale della Stampa iblea Gianni Molè che così si è espresso: ”Siamo chiamati ad un alto senso di responsabilità per non creare panico e allarmismi a buon mercato. Non è il momento dello ‘scoop’ o di arrivare prima degli altri su una notizia, c’è solo la necessità di una verifica smodata delle fonti e della loro credibilità. Dobbiamo informare con severità ma anche con calma, senza trasmettere panico. Chiarezza e precisione sono gli elementi fondamentali da trasferire ai lettori oppure ai telespettatori. Non è solo una questione di procurato allarme (art. 658 codice penale) e di diffusione di notizie false o tendenziose (art. 656 codice penale), che sono reati e che sono perseguiti nei confronti di chiunque”.
Molè continua: “L’informazione ai tempi del Coronavirus richiede l’etica e la responsabilità del giornalista ben oltre il dettato delle leggi e delle carte deontologiche: è una questione ontologica. E chi questa professione prova a farla senza averne alcun titolo, si metta da parte e non si azzardi a pubblicare notizie non verificate e certe: ne risponderà all’autorità giudiziaria.
Gli effetti sociali di una informazione disinvolta e carica nei toni e nelle valutazioni, rischia di essere disastrosa durante quest’emergenza sanitaria perché, purtroppo, dobbiamo prendere atto a volte che quantunque iscritti all’Ordine, taluni forse “fanno” i giornalisti, ma giornalisti non sono”.
Queste le conclusione del Segretario Assostampa Molè: “E’ il momento di avere un alto senso di responsabilità nella pubblicazione delle notizie durante quest’emergenza sanitaria facendo anche discernimento scientifico e richiamando i colleghi alla deontologia e al rigore etico se qualcuno per caso deroga da queste imprescindibili esigenze”.

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