Pubblicato il 28 Marzo 2020 | di Alessandro Bongiorno
1Restituire un’anima all’Europa Due cattolici indicano la via
«Siamo tutti sulla stessa barca, tutti importanti, tutti chiamati a remare insieme»: lo ha detto Papa Francesco nella cerimonia conclusasi con la concessione dell’indulgenza plenaria a quanti ne avvertissero il desiderio. Con parole diverse, lo stesso concetto è stato espresso nelle ultime ore dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dall’ex presidente della Bce, Mario Draghi. Il Papa ha affidato alla Misericordia di Dio un’umanità sofferente, Mattarella ha parlato all’Italia e all’Unione europea, Draghi si è rivolto alla comunità finanziaria. Tutti e tre hanno speso parole di preoccupazione e speranza, tutti a tre hanno dato l’esempio di chi rema nella stessa direzione. Appaiono come tre giganti che i nostri giorni probabilmente consegneranno alla storia, insieme a questo periodo che tutti stiamo vivendo. Mattarella e Draghi testimoniano, nelle dimensioni della politica e dell’economia, la stessa fede del Papa, senza nasconderla. Mattarella si è formato nell’Azione cattolica e nella Fuci, Draghi in una scuola retta dai gesuiti e si professa cattolico e devoto di Sant’Ignazio di Loyola.
E così in questo periodo di “tenebre” risplendono le fiaccole di un impegno dei cattolici che fatica a trovare forme di organizzazione ma che non è mai venuto meno. Mattarella e Draghi sono due italiani e due cattolici che stanno indicando in maniera chiara la linea all’Europa e alla comunità internazionale. Una via che non può che essere quella della solidarietà. Se l’Europa vuole continuare ad avere un’anima e un ruolo può fare a meno di inserire nei suoi documenti fondanti le “comuni radici cristiane” ma non può rinunciare a quei valori che germogliano da queste radici. Un’Europa degli egoismi non ha motivo di esistere. Un’Europa che rema nella stessa direzione ha un futuro, un’umanità che costruisce ponti e non innalza più muri è un’umanità che può guardare con speranza al futuro.
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