Pubblicato il 10 Aprile 2020 | di Mario Cascone
0Una Pasqua vissuta in modo particolare. La nostra fragilità e la grandezza di Dio
Stiamo vivendo questa Pasqua in un clima particolare, mai sperimentato in precedenza. La diffusione del coronavirus ci ha costretto non solo a modificare le nostre abitudini, ma anche a vivere in un contesto surreale, all’insegna del deserto attorno a noi e del “tutto chiuso”, ivi comprese le nostre chiese. Noi sacerdoti abbiamo continuato a celebrare la messa ogni giorno, sia pure a porte chiuse e in un tempio vuoto. Anche in questo modo, però, abbiamo mantenuto il rapporto con il nostro popolo, cercando di collegarci con esso anche attraverso i mezzi on line…
Non vi nascondo la tristezza che ho sperimentato tutte le volte che mi sono trovato a pregare da solo in una chiesa grande e vuota, in un silenzio assordante. Mi ha sorretto sempre la fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, che mi ha consentito di ascoltare la voce del Signore e, attraverso essa, anche quella dei miei fedeli, dei quali ho passato in rassegna i volti e presentato al Padre le intenzioni di preghiera. La forza della comunione con Dio e tra di noi rappresenta la certezza che insieme ce la faremo! Potremo uscire da questa dura prova e ricominciare con più slancio la vita di prima.
Questo convincimento si fonda sulla nostra fede nel mistero pasquale. Cristo, che ha vinto la morte e sconfitto le opere del maligno, costituisce il fondamento della nostra speranza. Anche noi, infatti, risorgeremo con Lui e godremo della beatitudine eterna. Ma già nel presente storico la risurrezione di Cristo costituisce la forza che ci consente di andare avanti, perché alimenta la nostra voglia di non arrenderci allo scoraggiamento o, peggio, alla disperazione. In questo momento siamo provati, ma non vinti; siamo isolati, eppure in comunione fra di noi; siamo impossibilitati di fare tante cose, ma ci stiamo organizzando in tutti i modi per lottare e per uscire al più presto da questa difficile situazione. L’abnegazione del personale sanitario e la generosità di tanti volontari della protezione civile sono il segno che l’amore non è cessato e che regna una grande solidarietà, capace di sconfiggere il male, anche nelle sue forme più virulente.
Il forzato isolamento in cui ci troviamo a vivere in queste settimane e la constatazione del rapido diffondersi del virus nel nostro Paese ci stanno aiutando anche a riflettere sulla nostra condizione esistenziale. Quanti sono stati tentati di cedere ad un delirio di onnipotenza sono ora costretti ad ammettere che l’uomo non è Dio e che sperimenta ogni giorno la sua fragilità creaturale. Una tale riflessione non può che gettarci fra le braccia dell’unico Onnipotente, il quale si distingue per la tenerezza del suo amore e per la volontà di condurci tutti alla salvezza.
Buona Pasqua, fratelli! Buona Pasqua a tutti! Il Risorto rechi pace nei vostri cuori e vi sproni a camminare in una vita nuova: una vita che non si rassegna al male e che sa proseguire con tenacia il proprio percorso, senza smarrire i capisaldi della fede in Gesù Signore. Guardando a Lui i nostri volti possono brillare della luce pasquale e diffondere nel mondo la forza di chi crede nella vita, più che nella morte; nell’amore, più che nell’odio; nella solidarietà, più che nell’egoismo; nella condivisione, più che nell’individualismo; nell’ottimismo, più che nel disfattismo.