Ragusa

Pubblicato il 21 Aprile 2020 | di Redazione

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San Giorgio Martire Solennità liturgica del Patrono di Ragusa

L’inaspettata sciagura del Covid-19 che ha colpito l’umanità impreparata, inevitabilmente ha ferito profondamente il cuore della Chiesa, Madre dei Credenti. Ferita da questa piaga mortale, Essa può ben dire “o voi che passate per la via considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio” (Lam 1,12).
Spogliata e depredata, improvvisamente, ora dopo ora, in un continuo e sbalorditivo susseguirsi, ha assistito al ricovero in ospedale di tanti suoi figli, molti dei quali deceduti, senza senza il conforto della sua assistenza. Gli altri chiusi in casa forzatamente per paura dei contagi e in giro, con il rischio di ammalarsi, solo per procurarsi il mangiare del corpo, ma privati dei Sacramenti della salvezza e soprattutto del Pane della Vita e delle Bevanda della salvezza, l’Eucaristia.

Le strade e le piazze appaiono spettrali: non c’è il via vai della gente; non si stende lo schiamazzo gioioso dei giovani e le risate entusiaste dei bimbi che corrono e giocano; non c’è l’assembramento degli anziani che al sole si fanno compagnia. Gli edifici di culto sono aperti (e per certi aspetti impediti) ma vuoti con celebrazioni senza popolo. Tutti chiusi in casa per paura di un nemico invisibile pronto a colpire inavvertitamente il malcapitato qualunque.

La vita stenta a venire alla luce e sembra che regni solo la morte e la persecuzione. Fino a quando Signore: “ricordati di quanto ci è accaduto, guarda e desidera la nostra umiliazione… ci vuoi abbandonare per lunghi giorni? Facci tornare a te, Signore, e noi ritorneremo, rinnova i nostri giorni come in antico” (Lam. 5, 1.20-21). E in questo frangente – e si può immaginare con quale spirito – dobbiamo celebrare l’annuale festa liturgica del Patrono San Giorgio.

Sappiamo già che necessariamente dovrà mancare il gioioso afflusso del popolo col suo tradizionale tripudio che lo caratterizza ma, sono certo, la devozione al Santo non registrerà alcune flessione. Anzi, la preghiera sarà più intensa e fervorosa. Il cristiano è un uomo ottimista e sa che la storia è condotta da Gesù Cristo, Colui che ha vinto la morte, per cui, aprendoci sempre più alla speranza cristiana, siamo certi che per la grazia e la potenza del Signore Risorto passerà questo brutto momento e “tutto andrà bene”, come disse lo Stesso alla beata Giuliana da Norwich. Il venerato simulacro di San Giorgio a cavallo nell’atto di uccidere il  il drago ci ricorda che Gesù Cristo, vincendo definitivamente sul maligno e su tutti i mali, ha partecipato questa vittoria a a lui e a tutti i battezzati, quindi anche a noi. Pandemie di questo genere l’hanno vissuto anche i nostri padri e l’hanno superate. San Giorgio, che ha ascoltato allora le loro suppliche e preghiere, presenti ora le nostre al Trono dell’Altissimo perché liberi noi e Ragusa dall’attuale pandemia e ci ottenga presto un futuro pieno di grazia, di salute e prosperità.

 

Don Pietro Floridia

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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