Vita Cristiana

Pubblicato il 22 Aprile 2020 | di Agenzia Sir

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Quando i social diventano moderni comunicatori di Verità

Lo sperimenta in questi giorni la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Ragusa. Dopo che domenica scorsa, dedicata alla Divina Misericordia, l’appuntamento sulla pagina Facebook della parrocchia è stato seguito con attenzione da un buon numero di fedeli mercoledì 22 aprile, si replica con un’altra iniziativa del genere. “Domenica scorsa – sottolinea il parroco, don Marco Diara – trattandosi della seconda domenica di Pasqua, abbiamo voluto trasmettere con una evidenza particolare la celebrazione eucaristica della mattina.
Mercoledì, invece, dalle 19, l’appuntamento è con la diretta dell’adorazione eucaristica, anche in questo caso per permettere a quanti ci seguono da casa di potere pregare assieme a noi”. Domenica scorsa, nella santa messa presieduta da don Diara, concelebrata dal vicario parrocchiale, don Vincenzo Guastella, e dal sacerdote Paolo La Terra, cancelliere diocesano, l’attenzione è stata puntata sui contenuti del brano del Vangelo di Giovanni letto durante la liturgia della Parola. “Per certi versi – ha spiegato don Diara – c’è un parallelismo con la nostra situazione attuale.
I discepoli erano chiusi a casa, divisi dal resto del mondo da una porta, chiusa per paura dei Giudei. Seppure essi stessi erano stati informati della presenza del Risorto, lo avevano abbandonato, rinnegato. E per paura si erano chiusi dentro. Quindi, si verifica l’aspetto molto significativo di questa parte del Vangelo. E cioè che Gesù viene in mezzo a loro. Cristo, nonostante le nostre fragilità, la comunità che gli ha voltato le spalle, lo ha disconosciuto, viene in mezzo a noi, viene nelle nostre case, non ci abbandona, non ci lascia da soli. Anzi, viene assieme a noi per rafforzare la nostra umanità. E’ un aspetto della misericordia di Dio. Il Signore è misericordioso e non ci abbandona. Gesù non solo non rimprovera i suoi discepoli ma consegna loro i doni della Pasqua: la pace, lo Spirito santo e il perdono dei peccati. Ed è la stessa attenzione che noi dovremmo avere nei confronti degli altri, a maggior ragione in questo periodo di quarantena in cui ci tocca condividere in spazi definiti la vita di tutti i giorni”.

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