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Pubblicato il 22 Giugno 2020 | di Alessandro Bongiorno

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La sfida che attende Grest e oratori Un’estate da inventare e colorare

Oltre al cappellino anche la mascherina colorata. Quella che ci aspetta sarà un’estate senza Grest, campi scuola e oratori estivi? Difficile rispondere. Sarà di sicuro un’estate diversa da tante altre, un’estate che ci chiederà un supplemento di inventiva e di responsabilità. Inventiva e responsabilità che si devono soprattutto ai bambini e ai ragazzi, eroi durante l’isolamento e che ora meritano quelle attenzioni che sono venute purtroppo meno nelle scorse settimane.
“Aperto per ferie. Progetto per l’estate ragazzi in tempo di pandemia” è l’iniziativa messa in campo dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg). Un sito (https://giovani.chiesacattolica.it/aperto-per-ferie/) accompagna parrocchie, associazioni, oratori, animatori a progettare qualcosa di diverso ma di ugualmente bello, tenendo presenti le linee guida concordate tra la Conferenza episcopale e le autorità civili e sanitarie. Non mancano proposte concrete e di facile attuazione per consentire ai bambini e ai ragazzi «di ricuperare il loro spontaneo istinto alle relazioni e agli incontri» e alle parrocchie e agli oratori di ripensare la loro presenza nel territorio e di recuperare quel sottofondo di grida gioiose, canti, ritornelli che il silenzio ha troppo a lungo coperto.

Si può pensare un oratorio o un campo estivo in una fase successiva a una pandemia?
Sì, risponde il Servizio nazionale di Pastorale giovanile. Magari partendo da gruppi più piccoli che a turno si dividono gli spazi dell’oratorio e, soprattutto, gli spazi all’aperto che il quartiere può offrire. È difficile immaginare le gite e le escursioni come si sono sempre fatte, ma in piccoli gruppi è possibile utilizzare la bicicletta o riscoprire cammini a piedi. “Aperto per ferie” offre anche delle altre iniziative che possono aiutare i piccoli a essere al centro della vita degli oratori o delle parrocchie:
Laboratori manuali guidati dagli animatori nei quali ogni giorno i ragazzi preparano qualcosa, facendolo insieme. Alla fine potrebbe essere importante che ciascuno presenti agli altri ciò che è riuscito a fare.
Laboratori espressivi: è possibile cantare insieme, fare teatro recitando insieme fiabe, storie di film famosi oppure, per i più grandi, pagine di letteratura; si possono organizzare giornali di comunità raccogliendo notizie dal quartiere/paese, si possono fare esercizi di scrittura creativa.

La preghiera potrebbe essere all’inizio e/o alla fine della giornata e potrebbe essere che sia in collegamento con tutti. È il momento utile per il don o per i coordinatori adulti della comunità per avvisi, comunicazioni, scambi di notizie/informazioni sulla vita dei singoli gruppi che si raccontano.

Andare in gita effettivamente sarebbe difficile, in questa fase. Ma perché non si potrebbero scoprire storie legate alla propria comunità che vengono riprese attraverso interviste (sempre da fare in sicurezza) e condivise in rete? Perché non intervistare lo storico del posto che racconta ai ragazzi le vicende della propria comunità e del territorio circostante?

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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