Pubblicato il 17 Settembre 2020 | di Redazione
0L’arte dei legami e l’illusione dei lacci
Se dovessi in breve descrivere la Fuci, la definirei in tre semplici ma non banali parole: amicizia, fraternità e comunità. Solitamente, l’amicizia si costruisce pian piano, tramite la conoscenza e la fiducia reciproca. La fraternità, invece, non si sceglie: si scopre e si custodisce. La comunità, infine, si evince dall’insieme della fraternità e dell’amicizia. Ebbene, noi del gruppo Fuci di Vittoria abbiamo vissuto ad Acireale, dal 28 al 30 luglio, un ritiro spirituale di tre giorni, durante il quale abbiamo trattato proprio tali temi. Il primo giorno, monsignor Paolo Urso, vescovo emerito di Ragusa, ci ha coinvolti in un climax ascendente di riflessioni ed emozioni, a partire dalla premessa tratta dalla Lettera enciclica Novo Millennio Ineunte, di S. Giovanni Paolo II, secondo cui è possibile fare della Chiesa “la casa e la scuola della comunione”. A seguire, ha trattato del modello della prima comunità cristiana, citando il libro degli Atti degli Apostoli, da cui si evince l’atteggiamento perseverante della prima comunità dei credenti. Tuttavia, l’arte dei legami, come spiegato dallo stesso vescovo Paolo, esige non solo magnanimità ma anche benevolenza e libertà. Il giorno successivo è stato caratterizzato dal “deserto”. Infatti, camminando ad alta quota tra i boschi dell’Etna, in compagnia di don Gaetano Pappalardo, direttore spirituale del seminario di Acireale, ci siamo riservati una scoperta non solo esteriore ma anche interiore. Se da una parte abbiamo provato meraviglia per la natura attorno a noi, dall’altra ci siamo stupiti di quanto possano essere importanti trenta minuti di riflessione. In mezz’ora di “deserto”, appunto, abbiamo avuto la possibilità di riflettere sulla nostra vita, le nostre scelte e pensare su chi sia stato, nel nostro cammino, il Giovanni Battista capace di darci dei buoni consigli. Inoltre, come una buona comunità, è stato lasciato spazio alla condivisione e al confronto, indispensabile per creare un clima di amicizia e fraternità. Al termine del secondo giorno vi è stato un incontro con don Francesco Mazzoli, parroco di Santa Maria La Scala, di cui siamo stati piacevolmente ospiti.
Il terzo giorno è stato caratterizzato dagli interventi del segretario nazionale della Fuci, Tindaro Santospirito, e di Francesca Di Pasquale, presidente emerita della Fuci Vittoria. Entrambi hanno condiviso con gioia la loro esperienza a diversi livelli, concentrandosi sull’importanza del tempo, delle esperienze e su quanto possa essere importante creare uno spirito di comunità all’interno di un gruppo. Il ritiro, dunque, vissuto in un clima familiare, di affabilità e fraternità, ci ha permesso di cogliere pienamente il senso di questi tre giorni, dopo averli “setacciati” bene attraverso la Verità, la Bontà e la Necessità (come riportato nel racconto dei “tre setacci”) e di custodirli nelle menti e nei nostri cuori.
Marinella Vanini