Pubblicato il 29 Settembre 2020 | di Angelo Schembari
0L’Ipogeo di Calaforno: un tesoro dell’Età del Rame nel cuore degli Iblei
Questo il titolo dell’interessante incontro che si è tenuto a Monterosso Almo con l’obiettivo di fare il punto della situazione sulle ricerche archeologiche e tracciare le direttrici di una possibile valorizzazione di questo sito con cinquemila anni di storia, che, come hanno sottolineato gli esperti intervenuti, è un unicum nella Preistoria del Mediterraneo.
A fare gli onori di casa il Sindaco e l’Assessore alla Cultura del Comune montano nel cui territorio ricade il sito ed il Sindaco di Giarratana, Comune capofila del progetto di recupero e fruizione.
Di rilievo i relatori che hanno illustrato, per la loro parte di competenza, le peculiarità del sito e le evidenze archeologiche emerse grazie alle recenti campagne di scavo.
Ha introdotto il dibattito scientifico, la dott. Annamaria Sammito, archeologa funzionaria della Soprintendenza, che ha fatto una panoramica delle attestazioni dell’Età del Rame in provincia di Ragusa.
Di seguito, Saverio Scerra, archeologo funzionario della Soprintendenza ha brevemente illustrato le dinamiche insediative nel territorio degli Alti Iblei durante l’Antichità, evidenziando i significativi legami con lo sfruttamento delle risorse minerarie.
Pietro Militello, Ordinario di Archeologia ed Antichità Egee dell’Università di Catania, ha presentato i risultati degli scavi condotti dall’Università di Catania a partire dal 2012 all’interno dell’ipogeo. Risalente all’Età del Rame, costituito da trentacinque camerette in sequenza scavate nella roccia, è stato costruito per uno scopo funerario, come definitivamente dimostrato dai rinvenimenti all’interno del monumento e come evidenziato dalle analisi al carbonio 14 delle ossa umane ritrovate in situ. L’ipogeo è stato occupato nel corso di più fasi testimoniate dai rinvenimenti di vasi, lucerne e suppellettili che consentono di determinarne i vari usi fino in epoca normanna. Il prof. Militello si sta occupando anche della realizzazione di un modello in 3D dell’ipogeo che tramite visori permetterà di visitare in realtà virtuale il sito.
Dario Puglisi, archeologo che ha partecipato alle campagne di scavi nel sito, ha spiegato le importanti scoperte fatte fuori dall’ipogeo, una struttura megalitica a pianta trapezoidale legata ad attività di culto risalente la V secolo a.C. come testimoniano le deposizioni votive di pesi da telaio e strigili. Dall’analisi stratigrafica si evince che l’ingresso all’ipogeo fu accessibile ininterrottamente dall’Età del Rame a quella Classica, e fu probabilmente chiuso in seguito alla costruzione dell’edificio megalitico antistante, per poi essere riusato in età tardo antica e tardo medievale, probabilmente entrando dall’ingresso secondario, formatosi accidentalmente per un crollo della volta.
Giuseppe Terranova, archeologo che ha partecipato alle campagne di scavi, ha ribadito l’eccezionalità del sito, illustrando le eccezionali strutture architettoniche dell’età del Rame messe in luce all’esterno del monumento, in particolare il grandioso corridoio con ingresso dolmenico, preceduto da un monumentale architrave trilitico. Quest’ultimo segnava il passaggio dal corridoio ad un grande edificio a pianta circolare con un focolare centrale, che è stato rinvenuto completamente pieno di vasi decorati nello Stile di Malpasso. Dopo il crollo, su queste strutture fu costruito un secondo edificio megalitico, risalente ad una fase finale dell’Età del Rame. L’ipogeo di c.da Calaforno, pur con le sue peculiarità, è tra le più significative testimonianze del megalitismo mediterraneo, con confronti a Malta ed in Sardegna.
All’incontro sono intervenuti Antonino De Marco, Soprintendente ai Beni Culturali, Tullio Serges, Dirigente del Servizio 15 per lo sviluppo rurale e territoriale.
Da parte delle Istituzioni rappresentate è emersa unità di intenti nello sviluppare una rete di beni e servizi con dei percorsi nei quali inserire l’ipogeo di Calaforno e i beni ambientali e culturali che l’area montana degli Iblei offre.