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Pubblicato il 14 Ottobre 2020 | di Agenzia Sir

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Incontro con il virologo Pregliasco

“Viviamo giorni particolari: di ansia, di allarme e di paure razionali ma anche irrazionali che sfociano nel panico. Tutto ciò a causa del dilagare del coronavirus. C’è la caccia all’ “untore” che trasforma l’altro in un potenziale nemico di cui diffidare o aver timore e allora si alzano barriere e muri reali o simbolici; i confini sono sempre più marcati: isolano per proteggere o, al contrario, vengono evocati per alimentare xenofobia; la paura del virus è l’“angoscia dell’estraneo”, del non noto, dello “straniero” che minaccia pericolosamente la nostra precaria identità”. E’ quanto afferma il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, don Giorgio Occhipinti, che, con la collaborazione dell’hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo e dell’Asp di Ragusa, ha promosso, per domenica 18 ottobre, in occasione della ricorrenza di San Luca Evangelista, medico, un appuntamento molto significativo. Infatti, è stato fissato un incontro in collegamento streaming con il prof. Fabrizio Pregliasco, docente, virologo e ricercatore presso l’Università di Milano. L’iniziativa si terrà alle 9,30 nell’hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa e sarà trasmessa in diretta su Video Mediterraneo canale 11 e in FullHd canale 511 del digitale terrestre. Subito dopo, alle 11, sempre all’hospice, si terrà, in streaming, la celebrazione della santa messa. “Di fronte alle misure adottate di prevenzione – spiega don Occhipinti – le reazioni sono le più svariate: c’è chi le definisce eccessive, chi giuste, chi le sta vivendo in prima persona con spirito collaborativo e chi le sta soffrendo e patendo come una vessazione ingiusta. Sorgono spontanee delle domande: chi è l’Altro per noi? E chi siamo noi? Qual è il nostro modo di stare al mondo e in relazione con gli altri? Insomma, qual è la nostra identità individuale e sociale? Il Covid-19 è la prima pandemia in assoluto in epoca dei social che ci dicono in che modo dovremmo comportarci. Quindi è necessario confrontarsi su quali modalità di comunicazione hanno i media e quali strategie dovremmo adottare di fronte alle situazioni di emergenza e di possibile pericolo. Ringraziamo il prof. Pregliasco che ha accolto il nostro invito e siamo certi che da lui otterremo delle risposte importanti. Tutti insieme cerchiamo di fare una risorsa di oggi e di domani nel solco della speranza, della fiducia, dell’ottimismo e del crederci. Crediamo nel nostro sistema sanitario e nella ricerca. Crediamo in tutti noi che con regole e comportamenti coscienti possiamo salvaguardare noi stessi e gli altri, riuscendo a rinascere da un momento che si spera ben presto potremo lasciarci alle spalle e ricordare come una brutta esperienza”.

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