Pubblicato il 28 Ottobre 2020 | di Redazione
0L’insofferenza dei giovani ragusani per le regole e il forzato isolamento
I nostri adolescenti sono stati tra le categorie più penalizzate nel periodo di quarantena del marzo 2020. Dall’oggi al domani si sono ritrovati in “vacanza”, scuola sì, ma solo online e nessuno sport o svago.
Ma quale sono state le cose di cui i nostri ragazzi hanno maggiormente sentito la mancanza? Se l’è chiesto il dr. Giuseppe Raffa, coordinatore dell’ambulatorio antibullismo della Asp di Ragusa che, con il supporto tecnico dello statistico Giovanni Macca, ha condotto uno studio su circa 500 giovani della provincia di Ragusa in età compresa tra i 15 ed i 25anni.
A mancare ai ragazzi della provincia sono stati soprattutto gli affetti: amici (per il 52% degli intervistati) e partner (per il 31%), nonostante la stragrande maggioranza abbia utilizzato la tecnologia per rimanere in contatto con i propri cari. Proprio sui social network spopolavano slogan e buoni propositivi relativi ad un potenziale cambiamento positivo che si sarebbe potuto verificare in seguito ad un’esperienza così drastica: cambiamento che come concorda il 50% degli intervistati non si è verificato. Infatti appena il 26% pensa di essere diventato più altruista rispetto a prima e solo il 10% ha cercato di migliorare il rapporto con i propri genitori. I giovani iblei hanno reagito con insofferenza alla forzata permanenza a casa, ritenuta insopportabile per il 33%, che ha portato molta paura per sé ed i propri cari. Timori che per il 49,32% si protraggono anche per l’autunno a causa dell’ondata crescente di contagi che rende il loro futuro prossimo poco chiaro e nebuloso. Nonostante ciò l’estate per loro si è svolta in modo normale, forse anche troppo come evidenza il 40% di loro, per cui la trascorsa stagione estiva è stata invece matta e senza regole.