Vita Cristiana

Pubblicato il 19 Febbraio 2021 | di Redazione

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La beata Maria Candida dell’Eucaristia «Che il mio cuore resti sempre con Lui»

La Beata Madre Maria Candida dell’Eucaristia, nel secolo Maria Barba, nacque il 16 gennaio del 1884, a Catanzaro, da un’agiata famiglia della borghesia palermitana. Immersa nel clima dei caffè letterari della società siciliana in via di evoluzione a cavallo tra i due secoli, la piccola Maria crebbe accompagnata da una solida educazione cristiana trasmessa dalla sua famiglia e tra i piacevoli svaghi offerti dall’ambiente accattivante che la circondava. Come esempio indicativo, si pensi che la Palermo di allora viveva l’euforia dell’epopea dei “Florio”. Nel 1899, all’età di quindici anni visse un’intensa esperienza di conversione, quando dinnanzi ad un’immagine del Sacro Cuore di Gesù, si sentì avvolta dalla presenza misericordiosa di Dio che si chinava su di lei, sconvolgendola per l’immensa tenerezza percepita. Nel luglio dello stesso anno, all’indomani della partecipazione alla vestizione religiosa della cognata della sorella maggiore Luisa, sentì nel suo cuore il bisogno di appartenere solo a Gesù e scelse di realizzare questa sua vocazione mediante lo stato di vita religiosa, alla quale si sentiva chiamata. Tuttavia, a causa di innumerevoli impedimenti familiari, Maria Barba dovette attendere il 25 settembre 1919 per fare il suo ingresso al Carmelo di Ragusa, in cui visse la sua vocazione di carmelitana scalza, con un’impronta sui generis di stampo mariano-eucaristico.

Ed è proprio sul carisma eucaristico della beata che vogliamo soffermarci, riferendoci ad alcuni dei passaggi più significativi tratti dal testo della sottoscritta, dal titolo Una missione per l’Eucaristia. Studio teologico-spirituale sulla beata Maria candida dell’Eucaristia (1884-1949), edizioni Feeria, Panzano in Chianti (FI), (cfr. 39-63;105-129).

Nel 1902, all’età di diciotto anni, non potendo fare la Comunione per l’ora tarda, avendo trovata chiusa la porta della chiesa, una donna la invitava a fare visita al Signore riposto nel Tabernacolo, entrando dalla sagrestia. E dal quel momento, apparentemente comune, Maria divenne consapevole, con tutta la sua fede, della presenza reale di Gesù Cristo nell’Ostia. Una verità così sconvolgente, da illuminare di lì in avanti tutta la sua esistenza e divenire l’essenza della sua vocazione religiosa:

«Questo è il patto che ho fatto con Gesù: che in ogni chiesa del mondo cattolico, ovunque sia Lui sacramentato, il mio cuore resti con Lui nel santo ciborio, per rendergli amore, lode, riparazione, per me e per tutte le creature che lo abbandonano o non vogliono conoscerlo. E questo non solo per tutto il tempo della mia vita, ma fino a quando Egli resterà nel Sacramento, fino alla consumazione dei secoli».

Riguardo al carisma eucaristico di madre Candida vogliamo soffermarci, ora, su alcune riflessioni.

Chi si accosta agli scritti della beata vedrà come emergere, lungo il corso della sua esistenza, una “scala” di preghiera fatta di tutte le pratiche religiose tramite le quali ella fece esperienza di Dio e al cui culmine si trova la relazione unica con la presenza di Gesù nell’Eucaristia, ora adorata nel tabernacolo, ora nel momento della comunione sacramentale. Infatti, per la madre carmelitana l’incontro eucaristico diviene un momento mistico talmente intenso da sentire un’unione/fusione tra se stessa e Gesù, nella fede di possedere a tutti gli effetti il cuore di lui, in quel preciso istante. Da qui la pedagogia eucaristica pervase ed informò tutta la sua vita e il suo stile, così da divenire una sposa fedele e appassionata, alla sequela di Gesù Ostia.

Ancora una riflessione va fatta su come madre Candida nei suoi scritti dipinga in modo straordinariamente semplice la kenosi di Gesù nel sacramento eucaristico, rintracciando il motivo essenziale per cui Egli permane con la sua presenza nell’Ostia santa e cioè l’amore per i suoi figli. Infatti, al bisogno di immergersi in Cristo della beata «corrisponde perfettamente l’amoroso bisogno dell’Infinito Signore che, nella Sua Carità, si degna di abbassarsi fino alla terra, fino all’uomo, per cercarlo, per sposarsi alla sua natura, per restare con lui nell’Eucaristia»[1].

Dunque, a partire da questo brevissimo contributo sull’originalità del carisma eucaristico della beata Maria Candida, possiamo raccogliere anzitutto l’importanza di porre l’Eucaristia come centro e culmine della nostra vita cristiana; in secondo luogo, l’Eucaristia ci ricorda che la nostra più intima natura di esseri relazionali. L’uomo porta in sé il bisogno irrefrenabile di relazione con l’Altro e la scoperta più sorprendente è che l’iniziativa di quest’incontro viene da Gesù Cristo, il quale desidera entrare in comunione con noi e l’umanità intera.

Che lo Spirito Santo, con l’esempio e l’intercessione della beata madre Candida, illumini la nostra relazione con Cristo nell’Eucaristia, quale tesoro essenziale della nostra vita.

 

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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