Pubblicato il 17 Aprile 2021 | di Redazione
0Mettere, stare, camminare insieme: il sogno possibile dell’Azione Cattolica
“Mettere insieme” è l’invito rivolto alle famiglie dai Vescovi di Sicilia ed è una sollecitazione che colpisce per la sua sintonia con le sfide del momento attuale, così segnato dall’isolamento e dalla tentazione dei particolarismi. Non può che colpire chi è impegnato nella promozione di un’esperienza comunitaria, prima ancora che associativa, come quella dell’Azione Cattolica. E ne suggerisce una lettura nuova, a partire da alcuni brevi spunti.
L’AC è un’esperienza di fede incarnata nell’ordinario dell’esistenza e, per questo, intrinsecamente accessibile a tutti. Non serve essere eroi o perfetti, basta essere uomini e donne per provare a camminare sulla strada della santità, sulle orme di testimoni attraenti come Piergiorgio Frassati o Armida Barelli, presto beata. Senza trascurare la “passione per le altezze” di cui parlava Alberto Marvelli, anche lui beato di AC.
La proposta formativa dell’Azione Cattolica, puntando alla sintesi tra fede e vita, ci insegna a conciliare l’idea a volte un po’ mitizzata del progetto di vita di ciascuno con gli imprevisti e, soprattutto, con gli interrogativi, nella consapevolezza che la maturità della fede non coincide con il possesso di tutte le risposte, ma con la disponibilità a lasciare aperta la porta delle domande.
Così cresciamo e diventiamo adulti nella fede. E tutto questo è per noi, ma non è solo per noi. Siamo chiamati a condividerlo con altri, trovando modi e strumenti per “mettere insieme” le persone. Alla luce di questo, possiamo riscoprire la prorompente attualità profetica della scelta di fondare un’associazione, l’allora Società della Gioventù Cattolica, compiuta da Mario Fani e Giovanni Acquaderni ormai più di 150 anni fa.
Oggi l’AC consente a bambini, ragazzi, giovanissimi, giovani, adulti e anziani di camminare insieme, ciascuno al suo passo, dialogando nell’ordinarietà della vita personale e di fede. Stare e fare le cose insieme: la scelta dell’unitarietà che dobbiamo al nuovo Statuto – che poggia sulla feconda esperienza dei “rami”, che caratterizzavano la struttura associativa prima della svolta del 1969 – insieme all’intuizione dell’Azione Cattolica dei Ragazzi costituiscono oggi un’inedita profezia per uno spazio pubblico alla ricerca di “patti” di solidarietà e di corresponsabilità tra le generazioni.
Anche la scelta di essere Azione Cattolica Italiana, in questo senso, non è solo una scelta organizzativa e strutturale, ma un progetto “politico” nella misura in cui tiene insieme Nord e Sud del Paese, valorizzando la specificità di ogni territorio e della Chiesa concreta che lo abita: tessere l’unità, praticando la sussidiarietà e la prossimità alle chiese locali.
Monica Del Vecchio (Responsabile Nazionale Promozione Ac)