Vita Cristiana

Pubblicato il 16 Giugno 2021 | di Emanuele Occhipinti

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Una Chiesa da edificare su tre pilastri: misericordia, sofferenza, comunione

“Quando parliamo o scriviamo ci lasciamo vedere”. Così scrive Luis Rojas Marcos, psichiatra e scrittore, in un libro tradotto di recente in italiano con il titolo “La parola giusta”. Con il suo messaggio alla Cara e diletta Chiesa di Ragusa, in occasione della sua elezione a vescovo, monsignor Giuseppe La Placa si è “lasciato vedere” più che nelle innumerevoli foto che in diretta ci pervenivano dalla diocesi sorella di Caltanissetta. Certo, la curiosità, tipica di ogni novità, serpeggiava nella chiesa cattedrale: che aspetto ha? come sarà? Che studi ha fatto?

In un contesto formale si ha l’impulso a controllare il modo di comunicare; Monsignor La Placa, da uomo della comunicazione, ha perfettamente bilanciato il suo messaggio ed accanto alla doverosa formalità di alcuni passaggi, altre righe ci inducono a pensare alla sua apertura d’animo e al suo sentire. Con altrettanto legittima, anche se meno effimera, curiosità da parte nostra, senza con questo volere anticipare interpretazioni né limitare spunti più profondi.

Il primo di questi pensieri amiamo rilevarlo nel tema della misericordia che, sottolinea il Vescovo eletto «non è una parentesi nella vita della Chiesa ma il centro della vita cristiana», come dice Papa Francesco «il cuore stesso di Dio». Ed ancora il richiamo alla sofferenza «che leggiamo sul volto di tante persone e nella vita di tante famiglie, soprattutto in questo tempo tanto difficile che stiamo vivendo». Non mi dispiace immaginare queste due citazioni magnetiche come una bussola che indichi alla “giovane e bella” Chiesa che è in Ragusa di esercitare «tutta la sua funzione di madre amorevole attenta e premurosa, capace di offrire motivi di speranza facendosi casa di misericordia»; un luogo «dove tutti possono sentirsi accolti, amati, perdonati, e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo».

Sofferenza, misericordia e comunione. La carica emotiva con cui il vescovo Giuseppe ha accompagnato il saluto all’amministratore apostolico monsignor Roberto Asta e con lui a tutti i «carissimi sacerdoti e diaconi» ha stabilito una promessa già piena di autenticità. «Sento forte – scrive – il desiderio di costruire con voi legami sinceri di fraternità, di amicizia e di stima reciproca, non solo perché siete preziosi collaboratori del Vescovo, ma perché insieme dobbiamo essere segno e testimonianza di quella comunione ecclesiale che siamo chiamati a costruire. A voi voglio dedicare le mie attenzioni e le mie cure più profonde».

Benvenuto monsignor Giuseppe La Placa. Le sue parole sono motivo per ampliare la nostra gratitudine al Signore: «mi preparo a venire a voi in semplicità di cuore, con l’unico desiderio di servire la vostra gioia ed essere segno e strumento di Cristo, unico Pastore e guida delle nostre anime». È nostro unico desiderio corrispondere questi sentimenti che, col suo messaggio, è riuscito a far risuonare pure in noi.

 

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Autore

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavora dal 1990 presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, dove attualmente dirige il Mercato Imprese. E’ impegnato nell’associazionismo e nel volontariato nazionale ed internazionale, settori per i quali svolge anche il ruolo di formatore. Già presidente diocesano di Azione Cattolica, è, in atto, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Ragusa e vicepresidente Unitalsi Ragusa.



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