Società

Pubblicato il 21 Giugno 2021 | di Vincenzo La Monica

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I dieci anni della casa “Io sono con te”

Dieci anni con le braccia spalancate nel gesto più cristiano: l’accoglienza e il dono gratuito. È un compleanno importante quello che a Comiso festeggia la Casa per donne sole “Io sono con te”.

Inaugurata a metà maggio del 2011 dal vescovo Paolo Urso e incoraggiata anche dal vescovo Carmelo Cuttitta nella sua missione, “Io sono con te” in questo decennio ha dato ospitalità, orientamento e conforto a 69 donne e 47 minori per un totale di quasi 10.000 giorni di accoglienza. Senza contare le decine di incontri con donne e servizi territoriali che hanno ricevuto risposte, per il tramite della casa, orientando i bisogni alla rete delle  strutture di accoglienza presenti in regione o al di fuori di essa.

L’esigenza primaria delle donne che hanno dimorato presso i locali messi a disposizione dalla parrocchia dell’Annunziata è stata proprio quella di vincere la paura. Il direttore della Caritas diocesana Domenico Leggio ricorda che «in questi 10 anni abbiamo incontrato donne giovani e meno giovani, italiane e straniere che avevano subito storie segnate da un filo rosso di violenza, abbandono e mancanza di una rete di protezione sociale o parentale. Nei loro confronti le operatrici della struttura, in gran parte volontarie, hanno messo in atto sostegno psicologico e relazionale, ascolto ed orientamento verso il futuro, sostegno genitoriale e un lavoro di rete con enti pubblici e privati che si è rivelato un vero punto di forza della struttura».

Quella della responsabile della struttura Mariuccia Fazzina è invece la riflessione di una donna che parla ad altre donne: «Chi poteva credere che una piccola casa potesse accogliere tante donne e bambini? Nell’ufficio conservo appeso alla parete un collage di foto con tante delle ospiti che sono passate di qui. E ogni giorno rivedo i momenti vissuti insieme alle volontarie della casa per portarle all’autonomia: i visi, le lacrime, i sorrisi, le fatiche. E anche la gioia nell’accogliere e nel sostenere la vita che nasce, perché in questi anni sono stati tanti i bambini nati durante l’accoglienza. C’è stata chi è riuscita a riappropriarsi della propria vita e chi non ce l’ha fatta, ma tutte le donne hanno trovato qui un cuore accogliente, privo di giudizi. Tutte hanno assaporato amore gratuito e relazioni autentiche».

La casa oltre ad accogliere ed essere punto di riferimento ha creato una rete ampia e diffusa anche di solidarietà tra parrocchie della diocesi (attraverso iniziative specifiche in occasioni di feste, ricorrenze per battesimi, cresime, comunioni), tra club service, associazioni culturali, imprese ed enti pubblici non solo ricevendo qualcosa ma soprattutto svolgendo un ruolo pedagogico sensibilizzando tutti al tema dei maltrattamenti  sulle donne e sui minori soprattutto da parte di alcuni uomini.

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