Vita Cristiana

Pubblicato il 23 Giugno 2021 | di Redazione

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La chiesa di San Giuseppe a Vittoria, un culto che risale al Seicento

La costruzione della chiesa di S. Giuseppe, secondo La China che si basava sulla scritta dell’antica campana maggiore, oggi custodita in sacrestia, iniziò nel 1691, dopo il terremoto del 1693, fu ultimata nei primi anni del XVIII sec. Tuttavia a Vittoria esisteva un’antica chiesa di S. Giuseppe, in funzione dal 1648 che sorgeva al limite della piazza del Castello, dove oggi comincia la via Bixio ed in seguito divenne la chiesa del Monastero di santa Teresa. La prima notizia della nuova chiesa di S. Giuseppe è contenuta in un atto notarile del 18 novembre 1681, dove un certo Natale Criscione nel suo testamento “legò e lega alla venerabile chiesa di S. Giuseppe…. Un migliaio di vigna…….” Dopo la sua  morte, il ricavato annuo della vigna doveva essere impiegato “per la fabbrica della nuova chiesa da costruire…..e questo per Dio e l’anima sua e perdono dei suoi peccati”. La chiesa sorse per popolare la zona dietro la Grazia, verso settentrione, nei pressi della importante via che dalla valle portava verso Biscari e Terranova. Dai diversi documenti conservati si evince i diversi anni di costruzione della suddetta chiesa, a questi sono allegati vari atti notarili che ci indicano che già ai primi degli anni Ottanta il complesso delle terre attorno all’attuale Ospedale Civile era denominato Maritaggi o Celle. Ai limiti di queste terre sorse la nuova chiesa. Siamo in una zona periferica, ancora piena campagna, ma già con chiare indicazioni urbanistiche attorno a nuclei fissi. Accanto alla chiesa,  oggi ci sono alcuni uffici comunali, un tempo sorgeva una casa palazzata,  ma sia  Paternò che La China accennano in modo confuso al suo acquisto da parte dell’arciprete E. Ricca, concordando solo sulla presenza degli spiriti. Il 17 Novembre 1737 mons. Ricca comprò questa casa palazzata da un certo Gallo, il quale credeva che fosse invasa dagli spiriti maligni. Mons. Ricca, così, fondò il Collegio della Sacra Famiglia per l’educazione delle ragazze. Nel 1766, si costruì il Coretto dal quale le collegine si introducevano in chiesa per attendere alle loro pratiche religiose, ciò durò fino al 1866 quando le leggi dello Stato espropriarono i beni della Chiesa e di conseguenza il convento fu soppresso e il Comune adibì i locali a scuola elementare.   Nel 1926 la chiesa venne proclamata parrocchia.  Nel corso del 900 l’interno della chiesa ha subito varie trasformazioni. Nel 1944, Giovanna Garretto Sidoti descriveva la chiesa «…l’interno con il soffitto dipinto dà l’idea della pomposità barocca….una sola navata adorna di cappelle corrispondenti. Medaglioni e riquadri di stucchi bianchi con figure di Santi ornano l’abside e gli interspazi delle cappelle. L’altare più ricco è quello maggiore, tutto di finissimo marmo policromo con colonne libere di stile corinzio e putti in marmo» Più analitiche le osservazioni del prof. A. Campo, secondo il quale «…l’interno è ricco di stucchi da attribuire a Giovanni Gianforma…la chiesa ad un’unica navata, aveva nel passato un soffitto ligneo….distrutto, fu rifatto nel 1950-51 in gesso e decorato dal pittore ragusano Cannì. Oggi si presenta con un nuovo soffitto in legno riquadrato da cornici > Nel soffitto distrutto stavano tre grandi tele che la Garretto Sidoti descrive «…rappresentano il riposo durante la fuga in Egitto, i pastori che offrono doni al bambino, lo sposalizio della Vergine». Le tre composizioni settecentesche risalgono al 1734 (Maganuco) furono ritoccate dal pittore La Leta di Comiso nel 1987 che le alterò notevolmente. Ma, vediamo come si presenta oggi la chiesa.  Entrando a sinistra, sopra una porta laterale, un bassorilievo recante un paesaggio in stucco. Seguono: l’altare della Sacra Famiglia (prima battistero) con il grande quadro del Mazzone, 1871, recentemente restaurato a cura dell’Associazione Italia Nostra e la banca di credito di Siracusa (fino a pochi anni fa nell’altare maggiore); un bassorilievo del S. Cuore in stucco di S. Sciacco e l’altare del S. Cuore con statua; un quadro ad olio raffigurante il transito di S. Giuseppe di A. Scalogna datato 1677, probabilmente proviene dalla chiesa di S. Vito, dove un transito di S. Giuseppe, era posto insieme ad un transito della ‘Beata Vergine Maria’ nell’altare maggiore e censito 1834 ( La Barbera) e l’altare di S. Antonio con statua. Nell’abside, con al centro l’altare maggiore, da sinistra abbiamo un medaglione in stucco di sant’Alfonso M. de’ Liguori, un secondo con Carlo Magno imperatore; nella parete destra altri due medaglioni con Santa Margherita da Cortona e S. Antonio abate (riconoscibile dalla campana e dalla fiamma); in alto a sinistra l’Arcangelo Michele, alla destra S. Giovanni in rilievo; al centro un grande rosone raffigurante la gloria di S. Giuseppe e sotto di esso le statue della  Sacra Famiglia.  Sulla parete destra, subito dopo l’Altare Maggiore, si aprono gli altari del Battistero (prima della Madonna di Lourdes; attualmente la grotta con la Madonna e S. Bernardetta è collocata in una nicchia in fondo alla chiesa. È stata benedetta l’11 febbraio 2020) con bassorilievi in terracotta dell’artista caltagironese Ridolfo, 1998; lateralmente il Presepe; l’altare del Crocifisso (con colonne tortile, angeli piangenti e simboli della Passione) con scultura in legno di straordinaria ed incisiva espressività religiosa ed artistica (A. Campo); un riquadro con bassorilievo in stucco raffigurante S. Francesco Saverio; l’altare della Madonna del Rosario, in cui è inglobato un gruppo scultoreo rappresentante la Madonna del Rosario con S. Caterina e S. Domenico. Sotto l’ Altare Maggiore (con accesso dalla sacrestia) vi è un’ampia cripta con volta a crociera e pilastro centrale (un tempo utilizzata per le sepolture) dove è custodita la statua di S. Carlo di Sesse.  Nella sacrestia, accanto alla campana con la data del 1691, di cui parla La China, si trova un quadro del Figliol prodigo, forse inizi del seicento. Secondo Zarino, nella chiesa esisteva un dipinto della Madonna della Catena di Giuseppe La Leta (fine ottocento). Sopra il portale il nuovo organo, 2010. Conclude A. Campo «recentemente, durante i lavori di restauro della Chiesa, è stato evidenziato, sulla parete della finestra della sacrestia, un orologio solare che, con uno studio accurato del prof. Giuseppe Mangione, è stato ripulito dalle incrostazioni e dalla polvere. Oggi è ritornato alla luce arricchendo ulteriormente il patrimonio storico-artistico della chiesa».

Salvatrice Maria Piloto

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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