Politica

Pubblicato il 2 Ottobre 2021 | di Alessandro Bongiorno

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Cambiare modelli e atteggiamenti. Serve una grande scommessa educativa

È stato forse il più lungo commissariamento sofferto da una città. Dal luglio del 2018 a oggi Vittoria è stata amministrata senza il contributo dei rappresentanti dei cittadini. Una pagina da chiudere affidando anche al legislatore la riflessione su uno strumento (lo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni di tipo mafioso) che continua a mostrare limiti sempre più evidenti nella sua efficacia. Rispetto a tre anni fa la città mostra ancora problemi nel campo del rispetto della legalità, come purtroppo testimoniano gli episodi di cronaca e la violazione delle norme contro la pandemia cui Vittoria ha pagato un tributo altissimo anche in termini di vite umane.

Ora occorre voltare pagina. Lo si dice spesso prima di una elezione ma stavolta Vittoria ha davvero bisogno di chiudere con il passato (ognuno può giudicarlo dal proprio personale punto di vista) per iniziare a dare certezze al presente e speranze al futuro. Un sindaco illuminato e un consiglio comunale aperto alla partecipazione e all’ascolto sono condizioni necessarie ma da sole non basteranno. Oggi più che mai Vittoria ha bisogno che ogni cittadino si assuma le sue personalissime e non delegabili responsabilità. Iniziando dal rispetto delle regole del vivere civile per finire nella crocetta che metterà sulla scheda elettorale. A ogni cittadino-elettore si chiede di scegliere il miglior sindaco e il miglior consigliere comunale possibile, iniziando subito dopo a costruire insieme a loro una città più bella, vivibile e solidale. Occorre rovesciare le attese di questa campagna elettorale infinita, chiedendoci non cosa il sindaco possa fare per me, ma cosa io posso fare per Vittoria.

Vittoria oggi è una città che ha bisogno di ripartire sanando le ferite ambientali, culturali, sociali, educative, di legalità che, forse, per troppo tempo ha rimosso, lasciando alla politica lo stucchevole compito di alimentare contrapposizioni personali. Le sfide, i “nemici” sono altri e tante anche le opportunità da cercare e costruire insieme. Il sindaco, chiunque sarà il prescelto dei cittadini, si allei con la città, la ascolti, la guidi con saggezza, lasciandosi indirizzare da un consiglio comunale che i vittoriesi dovranno scegliere con la stessa attenzione con la quale selezioneranno il sindaco.

Ma non basta. Le emergenze sono tante e chi vive a Vittoria le conosce bene. Su tutte l’emergenza educativa. Modelli che si specchiano in atteggiamenti di arroganza, sopraffazione, volgarità, disprezzo delle regole sono purtroppo diffusi ovunque. A Vittoria non si può non notare che hanno anche portato a tragedie, troppe. E sempre più spesso a essere vittima sono stati coloro che le regole, invece, volevano rispettarle. Dalla strada al Covid, purtroppo, gli esempi non mancano. E allora, mentre si rattoppano le strade e le falle della rete idrica, si pensi a un grande patto educativo che coinvolga le famiglie, la scuola, la Chiesa, le società sportive e qualsiasi altra “agenzia” sia in grado di far crescere sentimenti nuovi. Investire sui bambini e i ragazzi, cui la pandemia lascia in eredità ferite e debiti da pagare per chissà quanto tempo, non è un’opzione. La Vittoria che vuol rinascere deve ricominciare da qui.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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