Vita Cristiana

Pubblicato il 2 Ottobre 2021 | di Redazione

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Un altro anno senza le processioni e i riti della religiosità popolare

Non voglio affrettare la fine del 2021 ma, neanche il tempo di accorgercene, e saremo a dicembre prendendo atto del secondo anno consecutivo senza feste religiose. Meglio dire: senza festeggiamenti esterni in onore ai nostri santi, perché in realtà non sono venute meno le celebrazioni liturgiche e devozionali all’interno dei luoghi sacri, nonostante i limiti che ormai noi tutti conosciamo. Ebbene sì, due anni privi delle varie manifestazioni esteriori della religiosità popolare; dalla particolarità delle processioni, prima di tutto, a quanto nei secoli ruotava attorno ad esse, abbellendo e caratterizzando la pietas delle comunità locali. Ci sono mancate le cene e le tavolate di San Giuseppe di Santa Croce Camerina, Marina di Ragusa, Scoglitti; i riti di mestizia della Settimana Santa di Vittoria, Acate e Ragusa; la gioiosa festa della Pasqua iblea di Comiso. Ci sono mancati quella salita di corsa della Madonna a Chiaramonte Gulfi; il trotto festante del San Giorgio di Ragusa Ibla; il coro angelico dei bambini della festa dell’Addolorata a Comiso. Ci sono mancati i “viaggi” penitenziali in onore di san Giovanni Battista a Vittoria, Monterosso Almo e Ragusa; delle processioni a mare del litorale ibleo. Ci sono mancate le focose feste patronali di Giarratana e Monterosso; le feste delle contrade e delle frazioni iblee, e quelle intrise di devozione in onore all’Immacolata sparse in tutta la Diocesi. Non abbiamo più visto per strade e piazze il sorridente Vincenzo, il giovane Vito, il vittorioso Giorgio, il giusto Bartolomeo, gli eremiti penitenti Guglielmo e Rosalia, gli autorevoli apostoli Pietro e Paolo, l’austero San Giovanni Battista, il vescovo Biagio, il tenero e grande San Giuseppe, la santa monaca Rita, la giovane Lucia, e tanti altri santi e sante. Che dire poi delle feste mariane care al nostro popolo ibleo? O le devote processioni eucaristiche o del Sacro Cuore?

Per il momento, per tutto il 2021, giustamente i nostri vescovi hanno preso una saggia, prudente e responsabile decisione. «In merito alla opportunità e/o possibilità di ripresa delle processioni, – si legge nel comunicato Cesi del 30 giugno – i Vescovi convengono che non potendosi assicurare, per il loro svolgimento, il rispetto delle misure precauzionali determinate dalle autorità sanitarie, civili e religiose… ne confermano la sospensione fino a nuovo provvedimento della stessa Conferenza». Sacrosanto! Non c’è niente da obiettare. Una cosa, con timore e con un po’ di pessimismo, mi azzardo a dirla: non ritorneranno le feste così come le abbiamo lasciate nel 2019. Qualcosa cambierà perché qualcosa è cambiato, non ritorneremo – per un po’ di tempo – alla normalità della quale eravamo abituati. Nel 2022 forse riprenderanno le processioni, me lo auguro, suppongo ancora con delle limitazioni. Vedremo quante e quali.

Paolo Antoci

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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