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Pubblicato il 27 Novembre 2021 | di Giuseppe La Placa, Vescovo

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«LUCE DA LUCE»

Fratelli e sorelle amatissimi nel Signore,

all’inizio del nuovo anno liturgico, che si apre con il tempo di Avvento, vi giunga il mio affettuoso saluto e la benedizione di Dio su ciascuno di voi e sulle vostre care famiglie.

Il tempo di Avvento – ci dice Papa Francesco – è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo.

Nel nostro andare incontro al Signore che viene, ci accompagna il nostro caro Patrono Giovanni Battista, non solo come colui che ci indica la via, ma anche con il prezioso esempio della sua testimonianza. Giovanni, infatti, prima di essere il precursore, il battezzatore o il predicatore, è innanzitutto il testimone: «Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (Gv 1,7-8).

«Io sono la luce del mondo»

Una notte di tanti anni fa, quella luce si è accesa nella grotta di Betlemme e da allora non si è più spenta. Continua a splendere sempre, perché «le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1,5). Quella luce è Cristo! È Lui la luce del mondo, «la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). La luce della vita (cfr. Gv 8,12).

Noi sappiamo bene, carissimi fratelli e sorelle, come anche nella nostra vita non mancano problemi e difficoltà, ostacoli e sofferenze. Spesso sperimentiamo come le tenebre si addensano fitte attorno a noi e dentro di noi facendoci perdere il senso e l’orientamento della nostra esistenza. Ci sentiamo smarriti e privi di forze per lottare.

E tuttavia, non possiamo perdere la speranza: in questa lotta, apparentemente impari, con le tenebre che ci avvolgono, è sempre la luce a conseguire la vittoria. Cristo, morto e risorto, è garanzia che la nostra vita, anche se spesso è costretta a passare attraverso la strettoia della lotta tra il bene e il male, è sempre destinata ad un esito positivo. Il bene è più forte del male, la verità più forte della menzogna, l’amore più forte dell’odio, la vita più forte della morte. Noi dobbiamo solo decidere da che parte stare.

Il tempo di Avvento è tempo di grazia, è tempo favorevole per accogliere finalmente nella nostra vita la luce che promana dalla grotta di Betlemme.

Quella luce, è “luce gentile”, non abbaglia e non acceca come le false luci del mondo che presto si spengono; non si impone alla nostra libertà”, ma “sta alla porta e bussa” (Ap 3,20), pronta a varcare la soglia del nostro cuore e raggiungerci nelle nostre incertezze, nelle nostre paure e stanchezze, ma anche nelle nostre attese e speranze più belle: «Io sono la luce del mondo – ci ricorda Gesù –; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).

La luce della fede

Nel giorno del nostro Battesimo – “sacramento dell’illuminazione” lo chiamava la Chiesa primitiva – la luce di Cristo, con il dono della fede, si è accesa anche nella nostra vita come lampada che guida il nostro cammino, che orienta le nostre scelte, che aiuta a comprendere il senso della vita e dissipa le tenebre del male, in noi e attorno a noi: «I cristiani – ci dice Papa Francesco – non sono esenti dalle tenebre. Non vivono fuori dal mondo, però, per la grazia di Cristo ricevuta nel Battesimo, sono uomini e donne “orientati”: non credono nell’oscurità, ma nel chiarore del giorno; non soccombono alla notte, ma sperano nell’aurora; non sono sconfitti dalla morte, ma anelano a risorgere; non sono piegati dal male, perché confidano sempre nelle infinite possibilità del bene».

I mesi difficili e faticosi che abbiamo vissuto – e che ancora continuiamo a vivere – hanno rappresentato una sfida senza precedenti per tutti noi. La pandemia, infatti, ha messo in crisi le nostre certezze, fatto emergere le nostre fragilità, ci ha costretti a confrontarci con i nostri limiti. Un lungo periodo in cui tutto ci è sembrato come sospeso nel tempo e nello spazio e che, alla lunga, ha prodotto in noi dei profondi cambiamenti, sia nel rapporto con la nostra quotidianità, come anche nel rapporto con il mondo esterno e con la realtà che ci circonda.

E tuttavia, proprio ciò che abbiamo sperimentato come un limite, dobbiamo trasformarlo in una preziosa risorsa per ripartire, per scommettere su nuovi e più importanti inizi. L’Avvento è il tempo favorevole per incamminarci decisamente verso la grotta di Betlemme e attingere quella luce che ancora continua a raggiungerci lì dove siamo, lì dove lottiamo, soffriamo e speriamo, per divenire anche noi, come Giovanni Battista, testimoni della luce.

«Voi siete la luce del mondo»

Ecco, finalmente, qual è la nostra missione: essere “testimoni della luce”. Questo è il nostro compito: far “passare” la luce di Cristo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Ce lo insegnano i bambini di questo gustoso aneddoto: «Un giorno gli alunni di una scuola elementare, accompagnati dalla loro maestra, sono andati a visitare una chiesa della loro città dove, da pochi giorni, erano state risistemate al loro posto grandi vetrate luminose che ritraevano figure di santi. I ragazzi seguirono con grande attenzione l’esauriente spiegazione delle illustrazioni delle singole vetrate date dal Rettore di quella chiesa, prima di fare ritorno a scuola. Qui, dopo essere entrati in classe, la maestra rivolge ai suoi alunni alcune domande per aiutarli a fissare nella memoria qualche ricordo. Tra l’altro chiede: “Sapete dirmi chi sono i santi?”. Un bambino prontamente risponde: “I santi sono quelli che fanno passare la luce”».

Sì, i santi sono quelli che fanno passare la luce di Dio, che riflettono Dio in tutto ciò che dicono e compiono. Questo è stato Giovanni Battista. Questo siamo chiamati ad essere ognuno di noi. Con la testimonianza, vera e autentica, della nostra vita cristiana.

Amatissimi fratelli e sorelle nel Signore, riprendiamo in mano la lampada della nostra fede, tiriamola fuori da sotto il moggio (Mt 5,15) e facciamo “passare” la luce di Cristo per riaccendere la speranza nel cuore di ogni uomo. È Cristo la luce che rimette in moto la vita. Che fa ripartire la speranza proprio dove essa sembra perduta, che apre squarci di luce anche nelle zone buie di tante vite troppo spesso attraversate da sofferenza e dolore, sconfitte e delusioni, povertà e miseria.

Di questa luce di Cristo, ognuno di noi è chiamato ad essere testimone, come il nostro caro Giovanni Battista. E allora camminiamo insieme incontro al Signore che viene, lasciamoci illuminare da Lui per essere, «luce da luce», suo luminoso riflesso nella vita di tutti gli uomini.

Buon cammino di Avvento!

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