Pubblicato il 25 Dicembre 2021 | di Redazione
0Gli auguri scomodi di don Tonino
«Non posso sopportare l’idea di dover rivolgere auguri innocui formali», queste sono parole di don Tonino Bello in occasione del Natale di parecchi anni fa. Oggi più che mai sono molto efficaci perché il Natale è diventato per lo più una festa di decori e di regali e si è perso il vero senso della venuta di Gesù sulla terra. Don Tonino Bello è stato un dono straordinario per la Chiesa ed è tuttora un tramite del quale Dio si serve per riversare la sua Grazia su quanti vogliono impegnarsi a vivere la santità.
Proclamato Venerabile il 25 novembre scorso è per tutti noi un maestro e un testimone che ci esorta ad agire in modo coraggioso e controcorrente. «Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali». Scomodo don Tonino! Ci presenta la “Chiesa del grembiule” sottolineando la gratuità del dono di sé, mettendosi a fianco, aiutando concretamente i bisognosi, accogliendo tutti senza discriminare alcuno. Ognuno come «parte di un popolo pellegrino deve evitare le fughe in avanti, la sete di potere, le inimicizie violente, … valorizzare le cose buone e lasciar cadere e disinnescare le cattive». Affermava che solo «un cuore puro: cioè libero, audace, vero, senza calcoli e disposto alla donazione più generosa …, è l’unico ordigno di vita che può preservare, con le sue radiazioni di bontà, dalla catastrofe planetaria». Questo monito dovrebbe essere faro per tutti, politici, decisori, amministratori, gente comune: «è il mondo lo spazio in cui vi giocate la vostra identità… quello della scuola dove state, della fabbrica dove lavorate, dell’ufficio, dei campi e poi gli ambienti, la spiaggia quest’estate, il bar questa sera, la villa, la piazza».
Esortava dunque: «amiamo il mondo, vogliamogli bene. Prendiamolo sotto braccio. Non opponiamogli sempre di fronte i rigori della legge, se non li abbiamo temperati prima con dosi di tenerezza». Don Tonino trasmetteva con coraggio, con determinazione, ma anche con dolcezza il suo volere essere compagno e amico di tutti. Incamminiamoci, seguendo il suo esempio, e andiamo a Betlemme, «in una grotta di poveri e non in un palazzo di potere» per trovare quel Bambino che riempie il cuore di nuove speranze e di gioia. La speranza infatti ha bisogno dei nostri piedi, del nostro cuore e del nostro impegno quotidiano.
Questi auguri toccano corde fondamentali dell’umanità che sta trascurando il rapporto di tenerezza con l’altro. «Coltiviamo l’etica del volto, perché l’altro ha un volto da scoprire, da accarezzare, da contemplare», … il Natale in fondo è la festa del volto di Dio che si fa volto umano. È la festa della convivialità e della pace perché Gesù è venuto per mettere insieme, per unire. Impegniamoci non solo a rispettarci reciprocamente, ma anche a ritrovare i motivi per stare, per camminare, per lavorare, per progettare il futuro, insieme!
In un tempo come questo, in cui la pandemia ha svigorito la vita di tanti popoli, ha colpito nel profondo l’animo umano segnandolo in tanti aspetti, ha aumentato a dismisura le diseguaglianze, le parole e i gesti del Venerabile don Tonino, ci fanno sperare che c’è una luce in fondo al tunnel, a qualsiasi tunnel: Cristo Gesù!
Buon Natale!
Renato Meli