Società

Pubblicato il 28 Dicembre 2021 | di Saro Distefano

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L’incredibile storia dell’Aurora

Un convegno, pratico e divertente e senza alcuna pomposità conviviale, e un museo piccolo ma bello, facile da osservare, ammirare. Il tutto per ricordare (e per molti di noi raccontare ex novo) l’incredibile vicenda – anche sportiva – della squadra di pallavolo femminile Aurora Giarratana. Anche sportiva, per raccontare i successi di quella squadra di paese che in dieci anni passa dalle giovanili e dalle partite in piazza davanti il Municipio, alle sfide scudetto sul parquet dei più importanti palazzetti dello sport in Italia, anzi, nel Nord Italia. Ma soprattutto sociale. Proprio così.

La vicenda della formazione di volley femminile ebbe delle notevoli conseguenze nella vita di Giarratana (e, ne siamo convinti, anche del circondario). S’intende la vita sociale, di tutti i giorni. Le decine e decine di ragazzine che a fine anni 60 mettevano le ginocchiere e si avventuravano sotto rete per palleggiare e schiacciare (le pochissime che, superando il metro e settanta e avendo buona elevazione, potevano schiacciare) erano viste come pioniere. Solo la generazione successiva, delle giarratanesi nate nei primi anni Sessanta, avviò una rivoluzione che partendo dallo sport consentì a molte di loro di sganciarsi dalle logiche tipicamente paesane che allora erano certamente predominanti.

Nella serata di inaugurazione del museo dedicato alla Aurora non poche le testimonianze. Sul palco – per esempio – l’attuale vicesindaco di Giarratana e assessore allo Sport, Grazia Fiore: «Fu una storia bellissima. Io ho giocato a pallavolo con quella maglia dal 1971 al 1983. Grazie a questa lunga militanza posso certamente dire che ho migliorato la mia persona, sono cresciuta meglio e con me tutte le mie coetanee che erano state avviate a questo bellissimo sport. Giocare nell’Aurora significava infatti avere la possibilità di conoscere altre ragazze, di fare le trasferte e viaggiare in Italia, conoscere altre realtà sportive ed altre città. Tra i tanti – racconta quella che è conosciuta come Elluccia Fiore – non dimenticherò mai quanto accadde all’Aurora nella trasferta di Battipaglia. Eravamo andate con una carovana di automobili partendo da Giarratana e arrivammo a Battipaglia stanchissime e giuste in tempo per giocare nel raggruppamento per arrivare alle finali di Coppa Italia. Con noi e la squadra locale anche il Bari, che quell’anno aveva vinto il Campionato Italiano. insomma, eravamo quanto meno sfavorite. Ad accoglierci venne il sindaco di Battipaglia, il quale, saputo che avevamo viaggiato dalla Sicilia in auto si sorprese e ci chiese come mai non avevamo utilizzato l’aereo. Tutte in coro rispondemmo che la nostra squadra non aveva mai utilizzato l’aereo per le sue trasferte, sempre le macchine e al massimo il treno. Il primo cittadino, conscio della nostra manifesta inferiorità, lanciò una sfida, una scommessa: se vincerete il torneo sarà mio piacere pagarvi i biglietti dell’Alitalia da Napoli a Catania. Noi vincemmo il raggruppamento e per la prima volta viaggiammo in aereo».

Un altro significativo episodio lo ha raccontato il professor Lucio Sascaro, l’allenatore di quella fantastica squadra e il vero artefice, insieme al presidente Cappello, dell’incredibile serie di successi del team di pallavolo giarratanese.

«Giocavamo in casa, nel nostro piccolissimo palazzetto, contro la Teodora Ravenna. Era allora la squadra più forte d’Italia e forse d’Europa, con un incredibile record di vittorie ininterrotte lungo due anni. Due anni senza perdere un match! Certo è che alla fine di una partita tiratissima – racconta con gli occhi lucidi il grande Lucio Sascaro – vincemmo noi. Il classico Davide contro Golia! Successe il finimondo, soprattutto lo staff della Teodora, non poteva credere di avere interrotto il loro record perdendo a Giarratana. Il corrispondente della Gazzetta dello Sport di Ravenna, abituato a scrivere solo e soltanto delle vittorie dello squadrone, non aveva ancora notizie della partita. Non sapendo più come fare per conoscere il risultato dei singoli set più che quello dell’incontro, ebbe la bella idea di chiamare la caserma dei Carabinieri di Giarratana. L’appuntato che rispose giustamente disse di non sapere quale fosse il risultato ma, “considerato che sono le dieci meno un quarto di sera e le campane di tutte le chiese del paese suonano a festa come le centinaia di persone che corrono all’impazzata lungo il corso, credo che a vincere sia stata l’Aurora”».

E si potrebbe continuare raccontando di quel papà che non sapeva di avere una figlia giocatrice dell’Aurora, fin quando trovandosi in piazza davanti il Municipio si incuriosì per la confusione. Scoprì che si trattava di una partita della locale squadra di pallavolo e scoprì soprattutto che tra le ragazze in maglietta e pantaloncini attillati c’era anche sua figlia. Non attese nemmeno la fine del palleggio, del punto. Entrò in campo e prese la figlia per un braccio riportandola direttamente a casa.

Adesso a Giarratana c’è la squadra di pallavolo femminile. È stata appena promossa in serie C. ancora lontane le attuali atlete dai fasti delle loro compagne di trenta o quaranta anni fa. Ma è vero anche che la grande Aurora arrivò alle finali scudetto partendo dalle giovanili, poi la serie D, poi la serie C…..

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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