Vita Cristiana

Pubblicato il 30 Dicembre 2021 | di Redazione

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Sogniamo insieme la Chiesa che siamo chiamati ad essere

Una grande occasione.

Davanti all’opportunità del Sinodo ci sentiamo piccoli o inadeguati? È una delle domande che probabilmente abbiamo posto a noi stessi quando ci siamo accostati per la prima volta a questa realtà. Forse è inevitabile pensare al Sinodo con questa sensazione. Per tutti è infatti la prima volta che partecipiamo a un Sinodo della Chiesa universale. È normale sentirsi un po’ spaesati ma siamo sicuri che, con l’aiuto dello Spirito Santo, sapremo appassionarci a questa pagina della storia della Chiesa alla quale siamo chiamati a partecipare e a essere protagonisti. Se non sarà la prima e l’unica volta che parteciperemo a un Sinodo della Chiesa universale, dipenderà probabilmente dai doni che questo Sinodo sarà in grado di offrire al cammino della Chiesa. Una grande occasione, quindi, per fare tutti insieme discernimento sui cammini che possono aprirsi al nostro essere Chiesa.

Lo scopo del Sinodo non è produrre documenti.

Il Papa non lo dice espressamente ma non è difficile pensare che si attenda molto da questo Sinodo. Prega e spera perché dal Sinodo possa venire una Chiesa, ma anche una parrocchia, più in sintonia con il mondo di oggi e con quello che verrà.

Il documento preparatorio lo esprime in modo chiaro: «Lo scopo di questo Sinodo non è di produrre altri documenti. Piuttosto intende ispirare le persone a sognare la Chiesa che siamo chiamati a essere, a far fiorire le speranze, a stimolare la fiducia, a fasciare le ferite, a tessere relazioni nuove e più profonde, a imparare gli uni dagli altri, a costruire ponti, a illuminare le menti, a riscaldare i cuori e a rinvigorire le nostre mani per la nostra missione comune. Questo significa che l’obiettivo di questo processo sinodale non è una semplice serie di esercizi che iniziano e finiscono, quanto piuttosto un cammino di crescita autentica verso la comunione e la missione che Dio chiama la Chiesa a realizzare nel terzo millennio».

Uno stile dell’essere Chiesa

Impareremo quindi non tanto come condurre delle riunioni ma uno stile dell’essere Chiesa. Non uno stile nuovo ma uno stile sicuramente da riscoprire. Papa Francesco chiama infatti la Chiesa a riscoprire le sue radici sinodali. Secondo il cardinale Mario Grech,  Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, che abbiamo avuto il piacere di ospitare a Ragusa, il cammino della sinodalità è il cammino che attende la Chiesa del Terzo millennio, anche nella Chiesa di Ragusa, anche nella mia parrocchia. E allora dobbiamo proiettare la Chiesa Universale e la Chiesa di Ragusa tra 30 o 50 anni, cogliendo l’opportunità che offre il Sinodo, come recita il documento preparatorio, «di sognare e passare un po’ di tempo con il futuro».

La tentazione.

Attenzione. Con il futuro. La tentazione potrebbe essere infatti quella di rendere come ideale la Chiesa di 30-40-50 anni fa quando le celebrazioni erano più partecipate di oggi, i seminari e i monasteri erano pieni di giovani, la parrocchia era al centro della vita del quartiere e del paese, il parroco una delle figure più influenti e il sindaco magari proveniva dall’Azione Cattolica. Questo è il passato. Sappiamo già che oggi il Buon Pastore si ritrova con poche pecorelle nell’ovile e quelle smarrite sono infinitamente di più. Per questo dobbiamo concentrarci sul futuro. Sulla Chiesa con la quale cammineremo ancora per un po’, con la Chiesa che battezzerà i nostri nipoti. Che non sarà di certo la Chiesa dei nostri nonni e neanche quella di oggi. Per questo sarebbe bello che i gruppi sinodali che andremo a creare in parrocchia possano essere composti da donne, uomini, ragazze, ragazzi di età diverse aprendo un confronto anche tra generazioni sulla Chiesa di oggi e di domani.

Come sarà la mia parrocchia tra 30 anni?

Come sarà quindi la Chiesa tra 30 anni? E la mia parrocchia? Avremo ancora nello stesso quartiere il dono di tanti sacerdoti? Al centro di tutto ci sarà sempre il parroco o il parroco avrà più bisogno dei laici per annunciare il Vangelo a tutti? Ci saranno ancora gli oratori?

Diversità di ministeri, unità di missione.

Dobbiamo quindi iniziare a pensare una Chiesa, come ha detto il cardinale Grech, dove tutti siano soggetti della missione evangelizzatrice con una «diversità di ministeri ma la stessa unità nella missione». «Una Chiesa più sinodale è una Chiesa – ha evidenziato – della fraternità e della sororità in cui tutti sono investiti di diritti e doveri e di ogni responsabilità». Naturalmente questa Chiesa ha bisogno del carisma anche dei pastori che rimangono figure chiave. Così la Chiesa che incarna lo stile del Sinodo è chiamata non a «scavalcare» il pastore ma a «favorire, preparare, prolungare la sua opera di annuncio e di guida».

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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