Cultura

Pubblicato il 1 Febbraio 2022 | di Redazione

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Anche l’arte celebra la Resurrezione

«La dedicazione dell’altare e la benedizione dei poli liturgici è un evento di grazia per questa chiesa della Resurrezione». Così ha esordito il vescovo monsignor Giuseppe La Placa celebrando il rito nella parrocchia vittoriese, presenti il parroco don Tonino Puglisi e la comunità intera nonché tutti gli artisti che hanno realizzato l’altare, il fonte battesimale, l’ambone, il tabernacolo, nonché il candelabro per il cero pasquale, la croce astile, la sede e le acquasantiere. Evento atteso da tanti anni che, con la consulenza artistica dell’architetto Giuseppe Ingaglio, è stato reso ancora più significativo, anche se più complicato, per la determinazione di avvalersi della professionalità di più artisti, ognuno dei quali ha eseguito un elemento dell’arredo della chiesa, dialogando con la comunità parrocchiale ed in un costante confronto con gli altri artisti. Il risultato è un insieme di opere che restituiscono tutte insieme e con chiarezza il fattore principale: la dedicazione della chiesa alla Resurrezione di Cristo. Rimandi evidenti, a cominciare dall’altare, opera dell’artista Lillo Giuliana, in marmo bianco statuario, interessato da un andamento articolato e al tempo stesso ritmico, che rappresentano le bende del sepolcro vuoto. Solo le bende, sistemate a terra, ricordano che lì era stato deposto il corpo di Gesù. Monsignor La Placa lo ha sottolineato: «L’altare è il segno del mistero pasquale di Cristo; tutto parte dall’altare perché l’altare è Cristo stesso. In questa chiesa, proprio dedicata alla Resurrezione – ha proseguito il vescovo – l’altare ci ricorda il mistero pasquale di Cristo. Questa pietra bianca è segno di Cristo risorto; quindi l’altare diventa un mandato: andate ad annunciare, Cristo è risorto. Siamo mandati ad annunciare una vita nuova che è la misericordia di Dio ed il suo amore che vince il male e le tenebre». Il vescovo ha unto con il sacro crisma il nuovo altare, lo ha incensato dopodiché esso è stato coperto con la tovaglia e adornato di fiori. «Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per rendere bello questo nostro presbiterio, attraverso queste opere che – ha commentato il vescovo – davvero danno dignità e splendore alla casa di Dio». È stato il consulente artistico Giuseppe Ingaglio a presentare, oltre all’altare, i poli liturgici. L’ambone, opera di Giuseppe Agnello, luogo della testimonianza della proclamazione dell’esperienza della resurrezione, è modellato in pietra artificiale, con caratteristiche volumetriche e cromatiche che richiamano l’invito a lasciarsi plasmare dalla Parola. Il candelabro per il cero pasquale che Giuseppina Riggi, ispirandosi alla dinamicità continua e regolare della colonna tortilene, ne richiama le valenze simboliche. Quest’opera – ha annunciato il parroco don Tonino Puglisi – è stata interamente donata dalla famiglia Rizza, in memoria dello scomparso Pippo, che fu animatore e responsabile parrocchiale. La grazia battesimale è espressa da Antonio Portale, realizzatore del fonte battesimale, accennando plasticamente a un fiotto d’acqua, che sgorga da una piccola fenditura nella roccia; una sagoma antropomorfa, rappresentata di spalle, richiama la resurrezione di Cristo dopo la morte ed al tempo stesso la morte al peccato e la rinascita per mezzo del battesimo dell’Uomo nuovo. Anche le tre acquasantiere in marmo bianco, opera di Calogero Barba, rimandano, con il loro articolato panneggio, alle bende della resurrezione. La sede è realizzata da Giuseppina Riggi e Calogero Barba ed è composta da tre elementi costituiti da una base a forma di parallelepipedo, rastremata sul fronte verso il basso e caratterizzata da una sporgenza, che ritma l’intero complesso dei tre elementi. La gloria itinerante di Cristo è il tema della croce astile, progettata da Antonio Portale. Essa si erge conficcata in un blocco di marmo bianco privo di definizione geometrica e decorativa, con chiaro riferimento ad una pietra da costruzione ovvero alla pietra che avrebbe dovuto chiudere la tomba del Redentore. Su questo masso è conficcata la terminazione inferiore dell’asta della croce, eseguita in bronzo patinato verde su fondo nero. Rosario Antoci propone infine la Custodia Eucaristica ed un ambiente da destinare alla preghiera personale ed all’adorazione. Al centro si erge un elemento verticale cilindrico su cui poggia il tabernacolo, costituito da una cassetta in ottone dorato. Un’aula ecclesiale certamente più ricca di arte ed opere, dove si rendono presenti per i fedeli e per l’intera comunità i misteri della salvezza.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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