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Pubblicato il 3 Febbraio 2022 | di Saro Distefano

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Terra d’antiche devozioni

Le foto che corredano queste poche righe sono state scattate una settantacinque anni fa, e l’altra in questi giorni (in realtà è presa dall’ottimo servizio “street view” di Google). La foto storica è stata gentilmente concessa dal dottor Piero Murè, titolare di una ricchissima collezione di foto d’epoca riguardanti Ragusa e il suo circondario. Lo scatto in bianco e nero è molto bello e significativo. Raffigura la metà meridionale della Piazza del Carmelo. Si intravede, sulla sinistra, la cantonata della antica chiesa, accanto a essa le case che, seppur rimaneggiate sono ancora là, sulla destra altre case ancora esistenti e il muro che adeguatamente sistemato caratterizza quel largo e antico spiazzo: piazza del Carmine.

Ma quanto colpisce immediatamente, molto più e molto prima dei dettagli appena descritti, è l’immagine in primo piano. È la statua della Madonna del Carmelo, posta su un piedistallo in calcare locale. Al centro della piazza.

Oggetto di devozione, venne spostata negli anni 50, più in fondo alla piazza e con un più modesto piedistallo. Coinvolta nella sistemazione complessiva del sito che venne occupato in larga misura dalla nuova chiesa, quella disegnata nel 1957 dall’architetto comisano Biagio Mancini, all’epoca certamente il miglior professionista della provincia di Ragusa.

Quella chiesa che al momento della sua realizzazione dovette sembrare bellissima ai ragusani che avevano voglia di nuovo, di modernità, amplificata dalla scoperta del petrolio che rese Ragusa effettivamente una città diversa, all’avanguardia, con gli americani che prendevano il drink al Caffè Mediterraneo e le loro donne che prendevano il sole in bikini in una spiaggia vicino Mazzarelli, che da allora è appellata “a spiaggia r’Americani”.

Di questa, legittima, voglia di nuovo e di moderno, fecero le spese tanti e tutti più o meno importanti testimoni del “passato”, di tutto quanto era stata la città prima dell’ottobre 1953.

Comprese le chiese. Alcune abbandonate e poi perdute, altre demolite per fare posto ad altre chiese (il caso in ispecie del Carmine), altre demolite per fare posto ad un palazzo (il caso della chiesa di Sant’Anna che sorgeva all’angolo tra la omonima via e la via Roma), altre demolite per fare posto al nulla (il caso della Chiesa della Madonna Addolorata, in fondo a quella che è adesso la via Roma). Un legittimo desiderio quello dei ragusani degli anni ‘50 e ‘60. Che però ha stravolto la città sul piano architettonico, artistico, urbanistico.

La Madonna del Carmelo era al centro della Piazza che aveva ed ha enorme valenza storica, trattandosi del più antico quartiere della Ragusa superiore, precedente il terremoto del 1693. Oggi è pura nostalgia guardare quella antica fotografica. La nostalgia di un passato che abbiamo coscientemente deciso di eliminare per fare posto ad un futuro che, nel frattempo, è divenuto passato anch’esso.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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