Pubblicato il 4 Febbraio 2022 | di Alessandro Bongiorno
0Caritas, 50 anni guardando negli occhi le vecchie e nuove povertà del territorio
Il 2 luglio di 50 anni fa nasceva Caritas italiana. Fu un momento di grande fermento ecclesiale e civile che vide tra i suoi protagonisti anche monsignor Giovanni Battaglia che sarà, a partire dal 1975, il primo direttore della Caritas diocesana di Ragusa. Un anniversario che invita, per una volta, la Caritas a guardare anche indietro senza, tuttavia, mai perdere le urgenze del presente e l’orizzonte del futuro. Proprio come il servizio che la Caritas rende alla Chiesa impegnata a mettere a dimora semi di Vangelo tra le vecchie e le nuove povertà.
Memoria e prospettiva, non a caso, sono i temi che furono scelti come tema di un convegno per i venti anni della Caritas diocesana, celebrati nel 1995. In quella circostanza, il direttore monsignor Giovanni Battaglia, volle indirizzare il suo invito nella ricerca di «un cammino per il futuro, nella prospettiva del Terzo millennio dell’era cristiana che non può essere pensato se non all’insegna della solidarietà e della speranza». Parole quanto mai attuali, quasi profetiche, che anche Papa Francesco non smette oggi di ricordarci.
I 50 anni della Caritas sono l’occasione per ricordare i tanti operatori e volontari che si sono spesi per riaccendere un sorriso in volti provati dalla vita. Per ricordare chi, grazie a quell’aiuto, ha ritrovato forza, coraggio, fede e speranza e chi, invece, ha vissuto solo qualche attimo meno tribolato nella sua difficile esistenza. Ma possono anche essere l’occasione per rileggere la storia dei servizi sociali nel nostro territorio, che la Caritas ha spesso anticipato (come non ricordare il supporto alle prime comunità Incontro di don Pierino Gelmini, i servizi agli anziani, alle donne, alle persone più in difficoltà) o per trovare chiavi di lettura del nostro oggi.
La Caritas ha per prima posto il problema e trovato soluzioni al fenomeno dell’immigrazione, ha offerto una sponda al popolo kossovaro nella straordinaria esperienza di accoglienza dell’ex base Nato, si è interrogata sulla guerra fredda e sul disarmo anticipando eventi poi consegnati alla storia. E ancora oggi risponde alle povertà della nostra epoca (la casa, la salute, il lavoro, la dignità della persona, il Covid, l’ambiente) con una presenza e un’opera che è al tempo stesso evangelica e politica. Sì, anche politica perché pone all’attenzione della comunità civile un modello di relazioni, di valori, di impegno, di città nel quale gli ultimi e i poveri riacquistano quella centralità che la società di oggi loro nega. In quei volti, e nell’impegno di tanti volontari, si sperimenta davvero come un mondo diverso sia possibile e come questo mondo non possa che poggiare le sue fondamenta sulla pace e la giustizia.
«Per noi – dice il direttore Domenico Leggio chiamato nel non facile compito di proseguire l’opera iniziata da monsignor Battaglia – quel fermento di quasi 50 anni fa è un punto fermo ancora oggi. Perché la Caritas ha avuto da sempre una visione illuminata dallo Spirito nel leggere realmente i tempi che cambiano, nello stare accanto alle comunità ed alle persone del territorio».