Pubblicato il 1 Marzo 2022 | di Alessandro Bongiorno
0Impegno ecclesiale irrinunciabile
Se c’è un aspetto che caratterizza questo Sinodo è proprio quello della partecipazione. Papa Francesco ha voluto infatti una fase di ascolto che coinvolgesse l’intero popolo di Dio. Ciascuno di noi è stato chiamato a essere protagonista di questo Sinodo, a partecipare in prima persona. Partecipazione come stile di una Chiesa sinodale ma anche, come ha detto lo stesso Papa Francesco, come «impegno ecclesiale irrinunciabile».
Concetti che abbiamo avuto modo di riascoltare anche dalle parole che ci ha rivolto in cattedrale il cardinale Mario Grech facendo riferimento a uno stile che accompagni e sia fondamento di un rinnovamento pastorale e missionario. Occorre – ha specificato Grech – «sinodalizzare la mentalità contro il clericalismo», pensando a una Chiesa dove tutti siano soggetti della missione evangelizzatrice con una «diversità di ministeri ma la stessa unità nella missione». «Una Chiesa più sinodale è una Chiesa – ha evidenziato – in cui tutti sono investiti di diritti e doveri e di ogni responsabilità, sul modello della Chiesa apostolica, caratterizzata da una ricchezza di ministeri e carismi».
Il riferimento al clericalismo è stato quello che ha avuto forse più eco nelle sue parole. Da più parti si è persino arrivato a ipotizzare a una sorta di “golpe” dei laici all’interno della Chiesa. Ovviamente nulla di più lontano dalla realtà della nostra Chiesa che si fonda sempre sul battesimo e sul ruolo chiave dei pastori ma che chiama a nuove responsabilità anche i laici. Così la Chiesa che vuole incarnare lo stile del Sinodo è chiamata non a «scavalcare» il pastore ma a «favorire, preparare, prolungare la sua opera di annuncio e di guida». Un concetto che il cardinale Grech ha sintetizzato usando le parole di Papa Francesco: «Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati a servire anche nelle sue contraddizioni, esige dalla Chiesa – ha specificato – il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione».
Comunione e missione, le altre parole chiave del Sinodo, rischiano, secondo l’insegnamento di Papa Francesco, «di restare termini un po’ astratti se non si coltiva una prassi ecclesiale che esprima la concretezza della sinodalità in ogni passo del cammino e dell’operare, promuovendo il reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno. Vorrei dire che celebrare un Sinodo è veramente proficuo se diventa espressione viva dell’essere Chiesa, di un agire caratterizzato da una partecipazione vera. E questo non per esigenze di stile, ma di fede. La partecipazione è un’esigenza della fede battesimale. Il punto di partenza, nel corpo ecclesiale, è questo e nessun altro: il Battesimo». Proprio dal Battesimo «deriva – aggiunge il Papa – l’uguale dignità dei figli di Dio, pur nella differenza di ministeri e carismi. Per questo, tutti sono chiamati a partecipare alla vita della Chiesa e alla sua missione. Se manca una reale partecipazione di tutto il Popolo di Dio, i discorsi sulla comunione rischiano di restare pie intenzioni. Su questo aspetto abbiamo fatto dei passi in avanti, ma si fa ancora una certa fatica e siamo costretti a registrare il disagio e la sofferenza di tanti operatori pastorali, degli organismi di partecipazione delle diocesi e delle parrocchie, delle donne che spesso sono ancora ai margini. Partecipare tutti: è – sono ancora le parole del Papa – un impegno ecclesiale irrinunciabile!».
Altro che “golpe”!