Pubblicato il 4 Marzo 2022 | di Saro Distefano
0Storia dell’arte, fermi al 1988?
Moriva trenta anni fa Giulio Carlo Argan. Tra i maggiori storici dell’arte italiani. Fu anche sindaco di Roma, lui nato a Torino nel 1909. Il suo nome e la sua opera, un tempo non troppo lontano assai noti e molto apprezzati, sono adesso dimenticati. Fanno eccezione gli studenti del liceo classico “Umberto Primo” di Ragusa (parte del più ampio istituto comprensivo “Gagliardi-Vico-Umberto Primo”, che mette insieme, non ho mai capito secondo quali criteri, il geometra, il magistrale e, appunto, il ginnasio-classico).
Argan è noto agli studenti dello storico liceo classico di Ragusa perché costoro utilizzano, nello studio della Storia dell’Arte, un testo che, seppur stampato nel 2021, è stato scritto dal grande critico nel 1988 e compie adesso trentacinque anni. È un gran bel manuale, dal titolo “Giulio Carlo Argan. Storia dell’Arte Italiana”, per i tipi della casa editrice “Sansoni per la Scuola”.
Un testo ottimo, nulla da dire. Ma appare legittimo il dubbio di chi si chiede come sia possibile che negli ultimi 35 anni, in Italia (patria delle belle arti secondo una definizione antica non sappiamo quanto ancora cogente), nessun nuovo manuale di Storia dell’Arte sia stato scritto oppure, e non si può certo escluderlo, ne siano stati scritti altri che i docenti della materia giudicano inferiori a quello a firma di Giulio Carlo Argan.
Per quanto attiene al nostro mensile e all’ambito nel quale esso si pensa, si progetta, si stampa (ma c’è sempre disponibile la versione digitale, importante) e si distribuisce gratuitamente, appare evidente che per quanto piccola sia la Diocesi di Ragusa essa contiene numerose opere meritorie di essere citate in un manuale destinato al liceo classico e di queste non poche hanno visto la luce dopo il 1988. Si pensi anche solo alle chiese di San Giuseppe Artigiano a Ragusa e Santa Maria Goretti a Vittoria, oltre ai tanti restauri di chiese, palazzi o singole opere d’arte mobile: dagli organi storici ai quadri, passando dalle statue e dagli arredi e paramenti sacri.
In somma, non riusciamo a credere che dal 1988 ad oggi, nella terra che “custodisce” (tra virgolette non casualmente) il settanta per cento delle opere d’arte del Mondo, non ci sia stato modo, tempo, energia, perizia e conoscenza per scrivere un testo di storia dell’arte destinato agli istituti superiori. In realtà, fatto salvo nostro errore, un bellissimo manuale è stato scritto, e solo due anni fa. Non solum, sed etiam (citazione colta sol perché si sta scrivendo di liceo classico), l’autore dell’opera editata da Laterza, è il professore Giuseppe Nifosì, ragusano. E siccome, restando nell’ambito delle citazioni colte o finto tali, “nemo propheta in patria”, a Ragusa si usa il libro del 1988 di Carlo Giulio Carlo Argan.