Pubblicato il 24 Marzo 2022 | di Francesca Cabibbo
0Un seme di giustizia e di legalità
La piazza San Giovanni di Vittoria ha ospitato la manifestazione regionale di Libera, per la 27. Giornata della Memoria e dell’Impegno. Sul palco montato in piazza San Giovanni si sono succeduti due momenti significativi: una veglia di preghiera interreligiosa, la sera del 20 gennaio, ha preceduto la giornata conclusiva che ha visto scandire i nomi delle oltre 1000 vittime della mafia.
Erano presenti anche il prefetto, Giuseppe Ranieri, le autorità militari, il sindaco Francesco Aiello e le autorità cittadine. Dal palco, sono stati scanditi i nomi delle 1055 vittime della mafia. Tra questi anche i vittoriesi Marco Verde, Claudio Volpicelli, Salvatore Ottone e Rosario Salerno (uccisi nella strage del 2 gennaio 1999), Giuseppina Giudice, Giuseppe Compagna, Gennaro Bartolotta, Marco Tedeschi, Salvatore Incardona e, per ultimi, i cuginetti Simone ed Alessio D’Antonio, uccisi da un suv l’11 luglio 2019). A scandire i nomi delle vittime sono stati i rappresentanti di alcune associazioni che hanno aderito all’iniziativa ed alcuni familiari delle vittime. Ampia la partecipazione del mondo delle associazioni, dei sindacati, delle scuole. Hanno aderito ANPI, Agesci, Cgil, EcoVittoria, Msac, Fuci, Meic, Azione cattolica, Cna, Uil, Confcommercio, Confagricoltura, Ordine dei Commercialisti di Ragusa, Emergency, Caritas, Mp Trade, “Crisci Ranni”.
«La manifestazione è stata al di sopra delle aspettative», ha commentato il responsabile provinciale di Libera, Vittorio Avveduto. Tra le scuole presenti, anche “Portella della Ginestra”, la stessa frequentata da Alessio e Simone D’Antonio. «I nostri ragazzi hanno compreso cos’è la legalità – spiega la preside Daniela Mercante – Alessio e Simone erano i loro compagni e non li hanno dimenticati».
La sera precedente, si era svolta la veglia interreligiosa. Erano presenti il vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, Gisela Salomon, vicepresidente del Consiglio di Chiesa della comunità luterana di Sicilia, Abbdelhamid Jebari, presidente del Centro culturale islamico Al – Zaytouna di Vittoria e Comiso. Due familiari delle vittime della mafia, Eliana Incardona, figlia di Salvatore Incardona, e Rosalinda Ottone, sorella di Salvatore Ottone hanno dato la loro testimonianza. A conclusione della serata, Jebari ha proposto in arabo una preghiera della Sura, “una lode al Signore unico Dio che ci guida nella retta via”. Gisela Salomon ha pregato per la pace, chiedendo che «l’umanità sia una vera famiglia globale ed ha invitato «i presenti ad essere portatori di pace». Il vescovo La Placa ha ripreso le parole di una canzone scandita poco prima «Noi crediamo in questa nuova umanità» e ha aggiunto «Credo in questa umanità che crede nell’amore. Il grido della vita è più forte del rantolo della morte. Il bene è più forte del male. Crediamo in questa umanità che stasera è qui, che crede nella pace e che sa sperare».