Pubblicato il 27 Marzo 2022 | di Emanuele Occhipinti
0Quali prospettive ci attendono?
Chiesa conciliare, Chiesa del servizio, spiritualità mariana, culto e la devozione per San Giovanni o San Giuseppe: quale è lo specifico della Chiesa ragusana?
L’interrogativo è di difficile soluzione non tanto perché manchino i caratteri distintivi ma perché è difficile schematizzarli senza il rischio di essere parziale. Il cammino sinodale giustifica la ricerca delle radici, mentre le ali, che si accoppiano sempre alle radici, saranno i frutti delle fase di discernimento sapienziale e profetica, nelle quali saremo chiamati ad assumere impegni e scelte. Nel solco sinodale, tentiamo la risposta, consapevoli del rischio di parzialità.
Durante la celebrazione per il settantesimo della Diocesi, monsignor Cuttitta ebbe ad indicare quali esempi luminosi dell’«adolescente» Chiesa ragusana, le beate Maria Schininà e Madre Candida dell’Eucaristia.
Maria Schininà, fondatrice della Congregazione delle Suore del Sacro Cuore di Gesù, è emblema della carità di questa terra iblea. Il suo carisma sopravvive alla morte, per il moltiplicarsi di Istituti nel mondo, per le opere assistenziali, ospedaliere, educative e per l’impronta indelebile consegnata alla Chiesa ragusana che, dopo poco più di quarant’anni dalla sua morte, sarebbe stata eletta diocesi.
La Chiesa iblea può vantare anche la particolare impronta di stampo mariano-eucaristico di Madre Maria Candida dell’Eucaristia, pilastro portante per le Carmelitane Scalze del monastero Santa Teresa di Gesù di via Marsala a Ragusa.
Se la Beata Maria Schininà riconosce il volto di Gesù nei poveri, la Beata Madre Candida trova la relazione unica con Gesù nell’Eucaristia, ora adorato nel tabernacolo, ora nel momento della comunione sacramentale, quale culmine della sua esperienza di Dio. Rimane tutt’ora nella Chiesa ragusana – e non solo per la presenza del Carmelo – l’impronta pedagogica di Madre Maria Candida e l’importanza dell’Eucaristia come centro e culmine della vita cristiana.
Al carisma di Suor Maria Schininà e di Madre Candida dell’Eucarestia, vorrei associare, per doveroso completamento e senza fare opera di appropriazione indebita, la figura di Giorgio La Pira che benché nato a Pozzallo, ora parte della diocesi consorella di Noto, è figura mediterranea e ragusana cara a tutta la provincia e oltre.
Giorgio La Pira ci dà un volto diverso ed estremamente attuale della speciale forma di carità che è la politica. In La Pira preghiera e azione politica si intersecano in maniera profonda. La sua eredità è vivissima nella Chiesa ragusana. Le grandi questioni di cui il venerabile La Pira fu profeta, il tema della pace nel Mediterraneo come quello dell’accoglienza degli stranieri, hanno caratterizzato la storia di questa Chiesa e il suo presente.
La Chiesa di Ragusa è quindi intrisa di santità ed ha la grazia, ora, di vivere un nuovo, coerente e profetico rilancio dell’azione comunitaria, inaugurato dal servizio ministeriale del nuovo Pastore ed amplificato dal cammino sinodale, invito per tutti alla gioia della conversione, personale, comunitaria e missionaria.