Vita Cristiana colomba pasqua pace a voi

Pubblicato il 23 Aprile 2022 | di Mario Cascone

0

È Pasqua, pace a voi

La guerra in Ucraina, che da due mesi ha mietuto molte vittime anche tra la popolazione civile ed ha registrato veri e propri crimini contro gli inermi, quali le donne e i bambini, ha suscitato in tutto il mondo orrore e disapprovazione per l’invasione di una nazione indipendente promossa da Putin. Questo conflitto in Ucraina non deve però farci dimenticare le decine di altre guerre che si combattono in altri Paesi, alcuni dei quali si trovano da anni a convivere con la logica efferata della violenza. A queste guerre che si combattono con le armi vanno aggiunte, infine, tutte le guerre che si vivono all’interno delle famiglie e, in generale, dei rapporti interpersonali, i quali non di rado sono segnati dalla logica dell’odio e della vendetta.

Che fare di fronte ad un mondo nel quale non regna la pace? Come uscire dalla logica nefasta della guerra e della violenza? Noi cristiani abbiamo da proporre come “arma” vincente quella di Cristo morto e risorto. Nella sua passione, accettata volontariamente per la redenzione dell’umanità, Cristo si mostra docile e obbediente alla volontà salvifica del Padre. Alla disobbedienza di Adamo egli contrappone la perfetta obbedienza, che già nel Getsèmani si manifesta attraverso la sottomissione al progetto del Padre: “sia fatta non la mia, ma la tua volontà” (Lc 22, 42). Il compimento di quest’obbedienza Gesù lo attua accettando di offrire se stesso sulla croce quale vittima di espiazione per noi peccatori: “si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce” (Fil 2, 8); “pur essendo Figlio imparò l’obbedienza da ciò che patì” (Ebr 5, 8).  Mentre le nostre volontà sono tutte ferite dal peccato di Adamo, e dunque non sono in grado di obbedire alla volontà di Dio, Gesù è l’unico uomo la cui volontà può combaciare perfettamente con quella del Padre, essendo in tutto simile a noi, fuorchè nel peccato.

L’obbedienza di Gesù alla volontà del Padre si traduce, durante la passione da lui sofferta, in un atteggiamento di docilità e di mitezza. Cristo, infatti, non si difende, non attacca i suoi carnefici, non reagisce al male con altro male. Egli incarna perfettamente la misteriosa figura del Servo sofferente di Jahvè, prospettata dal profeta Isaia: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca” (Is 53, 7). La non violenza di Gesù risulta vincente, perché fa trionfare l’amore sull’odio e il perdono sulla vendetta. Si può dire che, nel mistero della sua Pasqua, Cristo vince perdendo e risorge morendo per noi. S. Agostino dice che Gesù è “victor quia victima”, è vincitore perché accetta di farsi vittima di espiazione per la salvezza di tutti noi.

Dopo la morte e la sepoltura Gesù risorge e può fare dono all’umanità redenta della pace pasquale. La sera stessa della sua risurrezione egli entra nel cenacolo, dove sono riuniti gli apostoli, e li saluta dicendo: “Pace a voi!” (Gv 20, 19), dopo di che conferisce agli apostoli il potere di perdonare i peccati nel suo nome, potendo così recare la pace nel cuore di coloro che si sono allontanati dall’amore di Dio. Il dono pasquale per eccellenza è dunque quello della pace, che tocca anzitutto il cuore degli uomini, ma si estende anche le loro relazioni interpersonali e può assumere perfino una valenza politica, come dimostra l’azione liberante di due profeti della non violenza, quali Gandhi e Luther King, i quali hanno ottenuto attraverso il metodo della non violenza la liberazione rispettivamente dell’India e degli afro-americani. Si può perciò affermare che il metodo “pasquale” della mitezza nonviolenta è quello che meglio di chiunque altro può garantire la pace anche nei rapporti tra le nazioni, perché disarma il nemico, opponendogli una resistenza passiva, che si oppone efficacemente all’azione del malvagio.

Veramente commovente è, a questo riguardo, uno dei discorsi più belli di Martin Luther King: «Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi. Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno, noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria». L’amore é il potere più duraturo che vi sia al mondo. Questa forza creativa, così splendidamente esemplificata nella vita del nostro Signore Gesù Cristo, e il più potente strumento disponibile nell’umana ricerca della pace e della sicurezza.

Tags: , ,


Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑