Vita Cristiana Pace a voi

Pubblicato il 24 Aprile 2022 | di Emanuele Occhipinti

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Il dono che annulla la paura

Stavano chiusi in una casa, sprangata dall’interno. Non erano tutti, mancava Tommaso, ma c’erano le donne e Maria di Magdala che continuava a ripetere la vicenda del mattino. Con l’intuizione di donna, capiva che in tanti erano diffidenti ma l’incredulità veniva loro dalla paura e dall’angoscia. Tutto era finito così all’improvviso: dall’ingresso trionfale a Gerusalemme alla morte come il peggiore dei malfattori. Ma c’era la convinzione di Pietro a tenere desta la speranza, quello che aveva visto, o meglio quello che non aveva visto all’alba: lui e Giovanni avevano visto il sepolcro vuoto; non avevano visto il corpo di Gesù: “Lo aveva detto che sarebbe risorto! Non lo abbiamo capito, ma lo aveva detto”. Pietro era però ugualmente pieno di incertezza e perciò ancora più infervorato; dopo il pianto della notte per aver rinnegato il Maestro, dopo lo sguardo di Gesù che gli aveva lacerato il cuore e dopo il sepolcro vuoto, era in subbuglio. Continuava ora a meditare in silenzio ora a interrogare Maria di Magdala, cercando nel suo racconto, ripetuto dieci volte, la certezza che desiderava: “Ma sei sicura che non era il giardiniere? Come hai fatto a non riconoscerlo subito? Come hai fatto a capire che era Gesù?” Maria di Magdala, con il cuore colmo di dolcezza per averlo visto, tornava con parole lievi a riferire. “Pietro, era ancora buio, ero con Giovanna e Maria di Giacomo e le altre compagne. Avevamo i vasi pieni di oli e aromi, lo sai, le avevamo preparato durante tutta la notte. Io vidi subito, perché ero la prima, che la pietra del sepolcro era stata spostata. Ho pensato che qualcuno di voi ci stesse aiutando ad entrare. Quando ho visto che il corpo non c’era più, sono corsa da te. Lo hai visto pure tu che c’era solo il sudario ripiegato ed il lenzuolo. Voi siete rientrati qui a casa, io ero distrutta, mi mancava la forza di camminare. Mi sono seduta, mi sono messa a piangere. E l’ho visto, Pietro! La luce era fioca ed io con gli occhi velati dalle lacrime non l’ho riconosciuto. Poi lui mi chiamò per nome: “Maria!” ed io ho riconosciuto la sua voce, mi sono voltata, ho visto i suoi occhi. Era lui Pietro, anche se non ha voluto che lo toccassi, era lui, ritornato alla vita”. Uno dei discepoli tornò a verificare che la porta di casa fosse ben serrata; veniva la sera e qualcuno avrebbe potuto fare irruzione dentro casa. Ma benché la porta fosse ben chiusa qualcuno entra in casa, scende quei pochi gradini e si ferma nel mezzo della stanza. “Pace a voi!”. Tutti sentono il saluto, quello di sempre, ma questa volta ha un suono diverso, perché calma la tempesta interiore che ciascuno aveva dentro; è una sorta di sorpresa che inonda di stupore. “Ma è Gesù?”; “Maestro sei tu?”; “È un fantasma o è lui in carne ed ossa?; “È tornato dalla morte!”; È risorto, è vero, è risorto”.

“Rabbunì!” torna a ripetere Maria di Magdala, ma il suono della voce affoga nell’emozione. Si guardano tra di loro. Guardano le ferite di Gesù. Nei volti e negli occhi non c’è più l’angoscia e lo smarrimento di chi non sa che pensare ma la luce della gioia. Tremano per la contentezza. Pietro, come sempre irruento, vorrebbe abbracciarlo ma Gesù quasi precede la sua intenzione e ripete: “Pace a voi!” Si abbracciano con lo sguardo. Risuona nel cuore di tutti il saluto “Pace a voi” capace di rappacificarli con loro stessi, con la sofferenza di Gesù e con la loro, con il turbamento nell’alba della resurrezione. “Pace a voi”: la pace di Gesù nuovamente tra loro è un dono. È il dono che, senza saperlo, aspettavano. È il dono che annulla la paura, l’incertezza, il turbamento, la preoccupazione, il disagio che umanamente avevano provato. “Che incredibile gioia ci dai Signore – esclama Giovanni – vederti qui tra noi. Il nostro cuore impazzisce”.

«Pace a voi». La pace è il dono per eccellenza della “novità” immessa nella storia umana, nonostante tutto, dal Cristo Risorto.

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Autore

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lavora dal 1990 presso Banca Agricola Popolare di Ragusa, dove attualmente dirige il Mercato Imprese. E’ impegnato nell’associazionismo e nel volontariato nazionale ed internazionale, settori per i quali svolge anche il ruolo di formatore. Già presidente diocesano di Azione Cattolica, è, in atto, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Ragusa e vicepresidente Unitalsi Ragusa.



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